Esercizi ignaziani, validi anche oggi

Padre Marcolini: “Aiutano a ordinare la propria libertà per poter riconoscere il Desiderio di Dio sulla propria vita”

La settimana di esercizi spirituali ignaziani, promossa dal 12 al 19 agosto dalla Diaconia della Fede di Villa Sant'Ignazio nella sede delle Laste (tel. 0461, 267650; diaconia@vsi.it), è un'esperienza particolare, spiritualmente fruttuosa. In vista delle iscrizioni (termine a fine giugno, non più di 12 partecipanti), ne approfondiamo i contenuti con l'esperto direttore di esercizi ignaziani padra Villa Sant'Ignazio.

Padre Mario perchè accompagnare esercizi spirituali ignaziani è diventata la missione della sua vita?

Per rispondere riprendo la lettera scritta da Venezia il 18 novembre 1536, in cui Ignazio di Loyola cerca di convincere il destinatario a fare l’esperienza degli esercizi con queste parole: “Sono il meglio che io in questa vita posso pensare, sentire e comprendere, sia per il progresso personale di un uomo sia per il frutto, l’aiuto e il progresso rispetto a molti altri”. Sono parole che ho letto molti anni fa e mi hanno sempre suscitato una grande curiosità. Solo quando ho avuto la possibilità di vivere questa esperienza ho dovuto riconoscere che quelle parole erano vere. Da lì è partita quella avventura che mi ha portato a farmi gesuita. Successivamente la Provvidenza, con la mediazione dei Superiori, mi ha donato la possibilità di dedicarmi interamente al ministero degli esercizi spirituali. Da più di trent’anni le mie giornate sono dedicate ad accompagnare persone a vivere quest’esperienza, nella molteplicità dei modi possibili. Ho avuto la grazia grande di accompagnare migliaia di persone in quest’esperienza (laici, religiosi, preti, vescovi e anche non credenti) e di assistere, con stupore e meraviglia, all’opera dello Spirito Santo in loro.

Ha senso riproporre ai nostri tempi quanto Ignazio ha vissuto e proposto agli uomini del suo tempo cinque secoli fa? Cosa ci si può aspettare di ricevere?

L’ esperienza, non solo mia, conferma la vera e possibile validità anche per l’uomo d’oggi. Anzi, si potrebbe aggiungere senza troppa presunzione che questa esperienza spirituale è forse più attuale per il nostro tempo che non ai tempi di Ignazio. In una cultura centrata sull’individualismo gli esercizi aiutano a ritrovare la verità di “essere di relazione”, a sentire e gustare la bellezza della chiamata a crescere nella relazione con Dio e le altre creature. Oggi molti si sentono frastornati dai tanti contatti superficiali, dai troppi stimoli e dal succedersi velocissimo di cambiamenti. La nostra identità personale si perde o sembra moltiplicarsi. Negli esercizi, nel silenzio interiore ed esteriore, si ha la possibilità di vivere un incontro personale con il Signore che ci aiuta a ritrovare la nostra verità, ciò che veramente ci realizza. Dalla dispersione e dalla confusione, alla profondità e all’unità.

Per favorire questo, com'è organizzata la giornata?

Si alternano momenti in cui viene presentato un passo evangelico su cui sostare in ascolto e con cui dialogare, momenti di preghiera comune, momenti in cui viene dato qualche suggerimento che aiuta a sperimentare la preghiera come incontro personale col Signore, momenti di pausa (passeggiata, riposo, pasti) per gustare in un clima di silenzio quanto si sta vivendo. È offerta ogni giorno la possibilità di un colloquio personale con chi accompagna, momento prezioso per rileggere il cammino in cui lo Spirito guida. L’invito è a riscoprire con tutte le proprie dimensioni, anche quella fisica, la relazione vivente con Dio e a sviluppare un ascolto della vita spirituale che inesauribile scorre in noi.

In base alla sa esperienza quali persone ne traggono maggior frutto?

Quando una persona mi chiede di fare gli esercizi la invito ad ascoltare quanto grande sia il suo desiderio di mettersi in gioco con il Signore, perché senza desiderio non si arriverà da nessuna parte.

Cosa ha a che fare questo con l’insaziabile ricerca di libertà?

È un altro tema importante. Vedo che è possibile aiutare l’esercitante a ripensare la libertà nell’orizzonte del Vangelo, riscoprendo come Dio ci educhi ad uscire da ogni forma di gabbia egoistica e di condizionamento interiore. Più cresce la chiarezza di chi siamo più è possibile fare scelte che realizzino quella verità. È come avere più saldo il timone in mano e più chiara la meta. Con altre parole possiamo dire che gli esercizi aiutano a ordinare la propria libertà per poter riconoscere, accogliere il Desiderio di Dio sulla propria vita. Ognuno di noi può riscoprirsi uomo o donna centrato/a in Cristo che vive la sua vita come libera risposta d’amore all’Amore ricevuto e riconosciuto.

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