“Una grande gioia per il mio Paese”

In Trentino è conosciuto per il suo impegno per il dialogo tra le religioni e per l’amicizia con l’arcivescovo emerito Bressan

“E’ stata una totale sorpresa, non me l’aspettavo assolutamente. E’ un grande onore per me e una grande gioia per tutti i cristiani del Pakistan”. Reagisce così mons. Joseph Coutts, arcivescovo di Karachi, città multietnica e multiculturale con 20 milioni di abitanti, appena appresa la notizia della nomina cardinalizia nel prossimo Concistoro del 29 giugno, insieme ad altri 13 nuovi cardinali. Ora il Pakistan ha di nuovo un cardinale dopo 24 anni, ossia dalla morte dell’arcivescovo di Karachi Joseph Cordeiro, nominato da Paolo VI nel 1973 e morto nel 1994.

La notizia della nomina a cardinale di mons. Coutts è giunta a sorpresa, lo stesso interessato non se lo aspettava, come ha dichiarato all’agenzia Sir, ed è stata appresa ”con molta gioia” di cristiani del Pakistan. “E’ un grande onore”, spiega al telefono al Sir mons. Coutts. “Un onore per il Pakistan, come mi hanno detto amici musulmani”.

Mons. Coutts, alla guida dell’arcidiocesi di Karachi dal 2012, è nato il 21 luglio 1945 in Amristar, nella diocesi di Jullundur (India) ed è stato eletto vescovo coadiutore di Hyderabad in Pakistan nel 1988 e trasferito a Faisalabad nel 1998. E’ stato presidente della Conferenza episcopale del Pakistan dal 2011 fino alla fine del 2017. In Pakistan la comunità cristiana rappresenta l’1% di oltre 209 milioni di abitanti, a maggioranza musulmana. L’arcivescovo, che ha scelto come motto episcopale “Armonia”, opera per promuovere il dialogo e la pace da quarant’anni. Di recente ha avviato una Commissione diocesana per l’armonia interreligiosa, per promuovere unità tra le persone di varie fedi, etnie e nazioni nella città metropolitana di Karachi. Tra i primi politici musulmani a congratularsi, Khawaja Saad Rafique, Ministro federale delle ferrovie, che sul suo profilo Twitter ha scritto: “La nomina di mons. Joseph Coutts come cardinale fa molto piacere alla comunità cristiana del Pakistan. Egli è un orgoglio sia per i cristiani che per il nostro amato Pakistan”.

Anche per questo suo impegno per il dialogo mons. Coutts è un volto noto in Trentino, oltre che per la sua amicizia con l’arcivescovo emerito mons. Luigi Bressan, che risale ai tempi in cui quest’ultimo era pro-nunzio in Pakistan (1989-1993).

In Trentino il futuro cardinale è stato ospite a fine novembre 2010, per portare la sua testimonianza sulla vicenda di Asia Bibi, la donna cristiana condannata a morte con l’accusa di blasfemia, e per informare sulle condizioni del Paese, colpito da disastrose alluvioni (l’Arcidiocesi di Trento fece sentire il suo sostegno anche economico attraverso la Caritas). In una lunga intervista al nostro settimanale, mons. Coutts spiegò che cosa significhi oggi portare la testimonianza cristiana, discreta ma risoluta, in un Paese a maggioranza islamica, dove, in seguito agli attacchi dell’11 settembre 2001 e delle conseguenti reazioni, la situazione per le minoranze, cristiane e non, è andata sempre più peggiorando. “Episodi di discriminazione, intolleranza e perfino di violenza mai registrati prima hanno incominciato a succedersi con preoccupante frequenza”, spiegava, originati da “piccoli gruppi, forme minoritarie di ‘Islam militante’ che in passato non esistevano” e rivolti “anche contro minoranze religiose interne all’Islam”. Motivo di conforto e speranza è la possibilità di dialogo con la maggioranza non fondamentalista nel mondo islamico, che è più frastagliato e meno monolitico di quanto a volte si creda. “Il significato della nostra presenza è nella testimonianza. E’ vero, ci sono problemi, siamo una minoranza, ma non siamo una Chiesa nascosta. In Pakistan le chiese ci sono e si vedono, e il nostro lavoro è riconosciuto”, concludeva mons. Coutts.

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