Dalla A di Agenda digitale alla Z di Zapping
A
Agenda digitale. Digitalizzare significa semplificare, dare servizi capillari, velocizzare. Digitalizzare con efficienza ha un valore tra lo 0,5 e l’1% del PIL. Open Source, Open Data, processi innovativi per far interagire cittadini e pubblica amministrazione anche in Italia devono essere un passaggio concreto e conveniente, sostiene Diego Piacentini, Commissario straordinario per l’Agenda digitale. “Pagare una multa con l’home banking deve essere facile come fare un acquisto su un sito di e-commerce”.
B
Bitcoin. E’ una delle migliaia di criptovalute esistenti, di moda, ma anche temuta. Monete digitali trasferibili via Internet. Una forma decentrata di denaro privato, con una tendenza antiautoritaria e anticentralista. Ma le banche centrali di tutto il mondo non nascondono la loro perplessità. “Non sarà questo il futuro del denaro”, spiega la macroeconomista svizzera Beatrice Weder Di Mauro. Alti i rischi: anonimato, instabilità, difficoltà di controllo, scarso potere di scambio.
C
Cambiamento. Le tecnologie sono motore di cambiamento sociale, culturale e organizzativo. Grazie al coordinamento della Fondazione Franco Demarchi, lo dimostrano in piazza Santa Maria Maggiore le attività proposte dalla Fondazione Mach e Hit, dall’Associazione CoderDolomiti, dalla Fondazione FBK e da TrentinoNetwork. A dare loro voce, le dirette di radio Trentino inBlu.
D
Disuguaglianza. In Italia nel 2017 abbiamo avuto un +1,5% di crescita del PIL, ma di questo solo 0,6% è andato alle famiglie (e non a tutte allo stesso modo), ricorda Enrico Giovannini (Università di Roma Tor Vergata), fondatore di ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), già presidente dell’ISTAT e Ministro del lavoro nel 2013. C’è crescita, ma non per tutti.
E
Elettrodomestici. A metà degli anni Sessanta, la diffusione degli elettrodomestici consente alle mogli degli operai di uscire di casa e andare al lavoro. Lo racconta l’economista Gianni Toniolo. Ma la sfida per le donne è piazzarsi nelle mansioni ad alta qualifica, osservano Fedra Pizzato ed Eliana Viviano.
F
Formazione. Il futuro sarà diverso dagli ultimi 60 anni ; è necessario rimettere al centro la persona, non solo come destinataria di reddito e sostegno economico, ma come protagonista di scolarizzazione, formazione, cultura, protagonismo sociale. Così Enrico Giovannini. Francesco Luccisano di Allavoro! e già capo Segreteria tecnica del MIUR, spezza una lancia in favore del sistema duale, la cosiddetta alternanza scuola-lavoro: in molte zone d’Italia ha difficoltà a conciliare l'esperienza educativa a quella produttiva, ma non mancano gli esempi positivi.
G
GIG Economy. Minijobs, lavoretti, Gig economy. Un mondo di sfruttamento che nasce dal reaganismo e tatcherismo anni Ottanta, sostiene Marta Fana, autrice del libro “Non è lavoro, è sfruttamento”. In Italia dal 1997 la legge ha tolto tutele al lavoro senza compensare la flessibilità con ammortizzatori. I riders che consegnano pizze a domicilio ci sono sempre stati. Ma oggi sono ingaggiati con una app. Per Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil, “anche la frontiera più avanzata delle tecnologie produce del vecchio sfruttamento”; non si può lasciar fare alle multinazionali e poi raccogliere i cocci, perché questi fenomeni, se non governati, “portano alla polarizzazione e alle discriminazioni”.
H
Hub. Vale “snodo, fulcro”, ma “hub” è anche il dispositivo che collega i computer in una rete. E tale è stata piazza Santa Maria Maggiore nei giorni del Festival: uno snodo, un luogo di incontro per raccontare la “tecnologia che concilia” e riconciliare con la tecnologia. Ci si sono messe d’impegno diverse realtà e l’hanno raccontato ai microfoni della nostra radio Trentino inBlu: Fondazione Mach e Hit (Hub Innovazione Trentino), CoderDolomiti, Fondazione FBK e TrentinoNetwork. Sotto la regia della Fondazione Demarchi.
I
Icub. Il robottino dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova, concentrato di Intelligenza Artificiale, cattura il pubblico del Teatro Sociale. Merito anche del suo mentore, Roberto Cingolani, direttore scientifico dell'IIT: “I robot fanno cose straordinarie e potranno fare ancora meglio, ma un essere umano sarà sempre più performante”. Anche Barbara Caputo, dell’IIT pure lei, ma a Milano, mette in guardia da facili entusiasmi: “Ci vorranno ancora anni prima che entrino nelle nostre case”, dice dal palco dell’Aula magna di Lettere al dibattito su “Donne che pensano i robot e disegnano l’economia”.
L
Limite. In passato a “governare il mondo” erano grandi investitori e proprietari industriali, oggi a detenere il potere è chi detiene il controllo dell’intelligenza artificiale. Per questo, secondo il filosofo Remo Bodei, le macchine dotate di un’intelligenza artificiale dovrebbero avere un limite.
M
Mercato. Le aziende fanno mercato dei dati che forniamo loro nell’usare le tecnologie. Vendono servizi che in realtà sono stati sviluppati da ogni utente, spiega Evgeny Morozov, sociologo, giornalista e scrittore bielorusso, esperto di media e tecnologie. Un esempio? Il riconoscimento facciale costruito dai dati forniti dai singoli davanti a una grande mole di fotografie. Tra Cina e Usa è in corso una guerra per l’egemonia nel settore dell’intelligenza artificiale.
N
Notte. La notte del Festival offre in Piazza Duomo il coinvolgente spettacolo live della The Scoop Jazz Band, che unisce giornalisti e musicisti.
O
Open Data. Gli Open Data possono contribuire alla creazione di nuovi lavori e dare ossigeno al giornalismo, pilastro della democrazia, si osserva all’incontro curato dall'Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa del Centro per la Cooperazione Internazionale. Ma "in Italia il mercato dei dati aperti è ancora in stato embrionale”, ricorda Francesca De Chiara di FBK e “lo stesso si può dire per il data journalism”, osserva Jacopo Ottaviani di Code for Africa. Entro il 2020 gli Open Data genereranno 25.000 nuovi posti di lavoro in Europa, dice uno studio della Commissione europea.
P
Peccati capitali. Burocrazia, evasione fiscale, corruzione, tempi lunghi della giustizia civile sono i “peccati capitali” che influiscono sulla bassa produttività delle aziende italiane, denunciati da Carlo Cottarelli – per poco più di un giorno premier incaricato – anche nel suo libro "I sette peccati capitali dell'economia italiana".
Q
Quarta generazione. Gli economisti hanno predetto per decenni che la tecnologia avrebbe distrutto il lavoro, ma si sbagliavano, osserva Alan Krueger, docente alla Princeton University e già consulente economico del presidente Barack Obama. ”Abbiamo avuto ondate di innovazione che hanno sicuramente sconvolto il mondo del lavoro. Nel breve termine hanno creato delle possibilità nuove e nel lungo termine hanno cambiato la nostra vita. La quarta generazione di tecnologie, robot e intelligenza artificiale non è diversa”. Il lavoro cambierà, ma non scomparirà.
R
Redistribuzione… Il premio Nobel per l’economia, Michael Spence, cita J.F. Kennedy ricordando il suo appello in favore della redistribuzione, necessaria al fine di sostenere i “perdenti” dell’innovazione tecnologica. “La crescita è importante. Se in una società c’è un problema di distribuzione della ricchezza è più facile risolverlo in presenza di crescita. Altrimenti la redistribuzione è un gioco a somma zero”. Ma in Italia “la crescita nominale non è ancora abbastanza alta”. Per Stefano Sacchi, presidente di Inapp, oggi è particolarmente attuale “il tema della redistribuzione dei guadagni di produttività che si realizzano con l’innovazione tecnologica”. In campo previdenziale, sostiene Elsa Fornero, occorre “una redistribuzione a favore delle categorie più deboli sostenuta dal sistema fiscale”.
S
Stereotipi. Il sistema italiano è scarsamente meritocratico, basato su disparità e stereotipi. Gli stereotipi sono anche la causa della minor presenza di ragazze e donne nei settori scientifico-tecnologici. Sono ancora troppo poche le donne presenti nella produzione delle tecnologie. Le donne sono ancora fortemente escluse dalle discipline STEM (scienze, tecnologie, ingegneria, matematica), evidenzia il dibattito al Castello del Buonconsiglio. “Lavoriamo perché ci sia consapevolezza già nelle giovani generazioni che non ci sono lavori ascritti a un genere in particolare”, dice l’assessore provinciale competente Sara Ferrari. La dispersione di talenti, capacità, competenze limita la crescita socio-economica e impedisce la rappresentazione e la partecipazione delle donne nell’economia e nelle politiche pubbliche. Il progetto 100esperte.it fa conoscere le eccellenze al femminile.
T
Tenuta. “L’Italia non è un rischio per la tenuta dell’Unione Europea”, dice il Commissario europeo Frans Timmermans. “Abbiamo bisogno di un patriottismo europeo basato sull’amore per il proprio Paese, in contrapposizione al populismo basato sull’odio”.
U
Utopia. Il cambiamento radicale possibile e urgente è già all'interno dei sistemi in cui siamo. Esiste un modello circolare di capitalismo che limita lo sfruttamento e la produzione di rifiuti. Dobbiamo trovare il modo per far ri-circolare le risorse a beneficio di tutti. Michael Jacobs invita così a “Ripensare il capitalismo” (è il titolo del suo libro). Contano le decisione politiche: è qui che sta la possibilità di cambiare. Serve un cambio di paradigma, osserva Enrico Giovannini. La sfida non è facile, ma è possibile sognare di realizzare l’utopia.
V
Viaggiare. Il tema del viaggio è al centro del laboratorio proposto in piazza Santa Maria dal gruppo Emergency di Trento: viaggiando con carte geografiche, testi e altro materiale i bambini conoscono come vivono i loro coeteìanei in Afghanistan.
Z
Zapping. Le 46 ore di diretta satellitare e i canali della web tv della Pat hanno consentito di seguire il dibattito su “lavoro e tecnologia” anche a chi non era presente fisicamente sui luoghi del Festival. Ora lo zapping può proseguire on-line tra gli oltre 70 video a disposizione: 2018.festivaleconomia.eu/video.
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