10 mila arcobaleno

Trento attraversata dai manifestanti per i diritti delle omosessuali e transessuali

Sotto le bandiere arcobaleno – simbolo del movimento delle persone omosessuali e transessuali – circa 10 mila persone hanno manifestato sabato pomeriggio per le vie di Trento, da piazza Dante al Parco delle Albere.

Erano molte di più delle 5 mila previste ed erano in gran parte della regione Trentino Alto Adige, a detta degli organizzatori: Arcigay, Famiglie Arconaleno con alcuni bambini, rete regionle LGBT, l’associazione altoatesina Centaurus e Agedo. Alta anche la partecipazione di forze sindacali, politiche e associazioni varie in una sfilata festosa che si proponeva di ribadire – come dice il manifesto programmatico – “valori di inclusione, autodeterminazione, uguaglianza e lotta all’omo-bi-transfobia, anche per chi non può ancora esprimere al meglio se stesso/a in questa società”.

Simili manifestazioni (la parola “Pride” significa orgoglio o meglio fierezza) sono partite una ventina di anni fa (si ricorda quella in contrapposizione al giubileo del 2000), e si tengono ormai in una ventina di città italiane ogni anno: la prima volta a Trento era caratterizzata dal desiderio di non schierarsi “contro”, ma di insistere sulle richieste per i diritti, evitando quelle “riduzioni folcloristiche” che non favoriscono il dialogo. Ai “molteplici modelli familiari e relazionali” hanno fatto riferimento gli interventi degli organizzatori, molto soddisfatti della partecipazione e delle proposte che hanno accompagnato la manifestazione.

Tra i volantini distribuiti anche quelli della sezione trentina dell'Agedo, costituitasi due anni fa. E' l'associazione nazionale di genitori, familiari e amici di gay, lesbiche e transgender che s’ioncontrano a Trento per condividere la propria realtà e aiutare altri genitori”.

In un documento l’associazione Arcilesbica si è dissociata dal programma del raduno perchè “non c’è alcun orgoglio nel rivendicare pratiche che mercificano e oggettificano il corpo umano, soprattutto quello delle donne”, in riferimento in particolare alla maternità surrogata, alle leggi per l’assistenza sessuali di disabili e anche alla prostituzione vista come “lavoro sessuale”.

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