Ristorati e restaurati: pellegrinaggio in Terra Santa per 20 sacerdoti trentini insieme all’Arcivescovo Lauro

In Terra Santa, da Nazareth a Betlemme, il pellegrinaggio speciale e fraterno per 20 sacerdoti trentini insieme all’Arcivescovo Lauro. “Ci siamo sentiti famiglia”, scrivono nel loro racconto

Gerusalemme – Da martedì 12 giugno siamo in Terra Santa, torneremo a Trento giovedì 21. Per capire il significato di questo pellegrinaggio al termine di un anno pastorale, pieno di attività talvolta stressanti, ricorriamo ad alcune immagini. È come fare un’opera di restauro per ravvivare i colori delle nostre giornate, che rischiano di perdere vivacità a causa della routine e della fatica. Oppure, è come poter fermarsi in un punto di ristoro per chi è impegnato in una lunga corsa.

E’ il tempo favorevole per riscoprire la forza della famiglia: prima di tutto con Dio Padre e con suo figlio e nostro fratello Gesù nel legame d’amore dello Spirito Santo; ma anche di quella famiglia umana che è il presbiterio, con una ventina di fratelli preti insieme al vescovo, nostra guida e padre.

Siamo partiti da alcune giornate a Nazareth, lì dove è cominciata anche la storia umana di Gesù, grazie al sì di Maria. È stata l’occasione di ritornare al nostro sì detto nel giorno dell’ordinazione sacerdotale, per confermarlo; ma anche di ritornare al sì del battesimo, per vivere la nostra fede nella quotidianità ed esprimerla anche nella concretezza del servizio sacerdotale.Dopo giorni ricchi di incontri, di scoperte e di spiritualità nel nord, in Galilea, sabato siamo arrivati a Gerusalemme dove abbiamo incontrato il Custode di Terra Santa, il nostro fra Francesco Patton; domenica a Betlemme abbiamo incontrato suor Gemma al Caritas Baby Hospital. Questa suora forte e materna, il servizio prezioso dell’ospedale pediatrico per i bambini del territorio, il suo racconto delle situazioni di vita dei palestinesi hanno lasciato una profonda impressione in tutti noi.

L’aspetto però più intenso e sorprendente è l’incontro tra noi preti e la scoperta uno dell’altro, perché non tutti ci conoscevamo. Così il valore aggiunto di questa esperienza è la gioia di conoscere meglio ed in profondità i confratelli e di condividere tutto questo anche con il vescovo Lauro.Ora concluderemo il pellegrinaggio con la visita ai luoghi sacri a Gerusalemme e con un ritiro presso il locale monastero delle Clarisse.

La guida storica e religiosa è affidata a don Piero Rattin, che così ha commentato l’attuale situazione sociopolitica della Terra Santa: “Quest’anno ho notato la bravura di Israele a nascondere la realtà della complicata convivenza dei popoli ebrei e palestinesi e le difficili condizioni di vita di questi ultimi. Anche nei momenti più tragici tutto viene nascosto, nel tentativo di convincere i turisti che tutto è normale, che questa situazione è ideale per tutti. Negli anni scorsi si notava una presenza più massiccia ed invasiva dell’esercito israeliano”. Don Piero conclude con un invito: “Il modo migliore di rendersi conto della situazione è venire personalmente”. Prezioso collaboratore è stato don Cristiano Bettega, tornato per la ventesima volta in questi luoghi santi. “Eppure ogni volta è diverso – dice – cambiano i gruppi e le persone, cambiano le situazioni locali, ma cambiamo anche noi ed ogni volta questi luoghi, illustrati e illuminati dalla Parola di Dio, ci consegnano un Gesù vivo, sempre attuale, che possiamo incontrare anche oggi”.  Per concludere, condividiamo due aspetti che in questi giorni sono risuonati in vari momenti: la concretezza della fede vissuta nella quotidianità, a stretto contatto con la vita di ogni persona; e il dono dell’Eucaristia, che rende Gesù nostro contemporaneo e ci permette di vivere un rapporto vivo e vero con Lui, così come ogni giorno scopriamo dal Vangelo.

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