Dal Duomo a Sanzeno e poi a Roma per ascoltare le parole di Francesco. Il diario di una giovane pellegrina.
Il nostro cammino verso Sanzeno inizia domenica 5 agosto; ci ritroviamo in sette davanti al Duomo con in spalla degli zaini più pesanti di noi. Zaini carichi non solo di vestiti e cibo necessari per il cammino, ma anche di tante domande, paure e timori. Chi saranno i nostri compagni di viaggio? Riuscirò a portare a termine il cammino? E se non dovessi farcela? Ma ben più grande è la voglia di farcela, di vivere con serenità cinque giorni di comunione e condivisione con altri giovani, arrivando a Sanzeno in tempo per partecipare alla veglia con il vescovo Lauro.
Il nostro cammino inizia in salita, verso Vela, il Sorasass, i laghi di Lamar e poi Vezzano; la fatica non esita a farsi sentire, e con lei anche i primi rimpianti: “Ma chi me lo ha fatto fare?”. Ma a cancellare quei brutti pensieri, basta il primo di tanti begli incontri: “Che bello vedere dei giovani come voi camminare! Sono proprio felice”, ci dice una signora, sorridendo. È come bere l’acqua fresca quando si è assetati: un pieno di energia.
Passo dopo passo ci siamo divertiamo a etichettare il nostro cammino con una parola, o meglio un neologismo: riccanza. Riusciamo a vederla ovunque: riccanza di fatica, di emozioni, di risorse, di bellezza. Un sentimento che cresce giorno dopo giorno, un senso di ricchezza interiore che ogni volta ci fa meravigliare.
Assistiamo a due testimonianze: a Casa Giano e presso i frati novizi di Mezzolombardo. Momenti di condivisione molto forti e significativi con giovani come noi, che sembra di conoscere da una vita, ma che a differenza nostra, hanno fatto delle scelte di vita molto profonde. La domanda sorge spontanea: “E io che cosa posso fare della mia vita?”.
Lungo il cammino incontriamo moltissime persone che contribuiscono alla nostra riccanza: chi con un semplice saluto, chi con un abbraccio, chi con una partita a carte, chi ci prepara un’amatriciana da sogno… E anche grazie a loro, non ci sentiamo mai soli, ci sentiamo amati e guidati proprio come Giovanni, il discepolo amato che segue fedelmente Gesù. Sulle sue parole e sui suoi racconti, ogni giorno, ci lasciamo cullare dal silenzio, camminando distanziati l’uno dall’altro per poter capire ed interiorizzare meglio il messaggio del Vangelo e sentirlo vicino a noi, alla nostra vita.
Sentirci amati: è, forse, proprio questa la riccanza più grande. Giorno dopo giorno emergono i valori che ciascuno di noi serba in sé. Siamo una piccola-grande famiglia con Gesù, sperimentando la gioia dell’essere cristiani e il piacere di crescere individualmente e spiritualmente, ma pur sempre assieme.
A Sanzeno siamo in tanti. Condividiamo questa esperienza di cammino, non come un momento di conclusione, ma piuttosto come una pausa di ristoro spirituale per ripartire poi più carichi e in forza, alla volta di Roma e, più in generale, per il cammino della nostra vita. Per mille strade, con percorsi diversi ma con un unico obiettivo: camminare verso e con Dio.
E sapere che mentre noi camminiamo, fatichiamo, gioiamo, nel resto del Trentino altri giovani come noi stanno vivendo e provando le stesse emozioni ti dà una grandissima forza; ma rendersi conto che lo stesso sta avvenendo in tutta Italia ti dà una carica immensa, perché dentro di te sai di non essere solo: tutti quei giovani stanno camminando con te, come tuoi fratelli.
A Roma, finalmente. Al Circo Massimo non si riesce a vedere la fine di quel fiume in piena: tutti giovani, gli stessi giovani di cui spesso la nostra società si lamenta. Nel dialogo con Papa Francesco affrontiamo temi molto attuali e rilevanti, come la costruzione della propria identità personale e dei propri sogni, il discernimento nella vita e l’idea di impegno e responsabilità nei confronti del mondo, la fede e la ricerca di senso.
Il Papa risponde con forti provocazioni, lo sentiamo così vicino a noi, sentiamo la sua fiducia: “Ragazzi e ragazze, siate voi pellegrini sulla strada dei vostri sogni. Rischiate su quella strada: non abbiate paura. Rischiate perché sarete voi a realizzare i vostri sogni, perché la vita non è una lotteria: la vita si realizza e tutti noi abbiamo la capacità di farlo”. Un fortissimo messaggio di speranza, di condivisione e di amore: tre ingredienti fondamentali che ci hanno guidato e accompagnato lungo tutto il cammino.
Ascoltare le forti provocazioni del Papa è davvero travolgente. Perché noi giovani abbiamo voglia di sognare, di apprezzare la vita, di metterci in gioco, ma spesso abbiamo paura di osare.
Arianna Zini
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