Luciani e l’omelia con i chierichetti

Fra i ricordi di questi giorni non mancano alcune alcuni “passaggi trentini” di Albino Luciani, eletto Papa la sera del 26 agosto di 40 anni fa e deceduto improvvisamente e inopinatamente 33 giorni dopo. Da Vescovo e da Cardinale era stato più volte nel Trentino, dove aveva anche una sorella sposata a Santa Giuliana di Levico.

Nella cattedrale di San Vigilio era venuto ufficialmente da Patriarca di Venezia nel febbraio 1973 a presiedere i funerali del Vescovo Ausiliare di Trento mons. Oreste Rauzi.

Si ricorda poi una sua presenza nel settembre 1976 con i Vescovi del Triveneto a Casa Santa Maria di Vigolo Vattaro – allora gestita dalla Pastorale diocesana anziani con don Bonaventura Bassetti e le sue collaboratrici – per un corso di aggiornamento con un moralista di Lovanio.

Una di quelle sere venne organizzata una celebrazione della Santa Messa nella chiesa parrocchiale di Vigolo Vattaro aperta alla comunità con tutti i Vescovi,  presieduta dal Patriarca Luciani. Con alcuni seminaristi facevamo servizio, alle celebrazioni, ai pasti e come segreteria, con il Vescovo Gottardi come supervisore e istruttore serio e preciso! Per quella celebrazione scendemmo in duomo a prendere alcune suppellettili e vesti sacre e anche una mitra per il Patriarca che ne era sprovvisto. All’ultimo momento infilammo un po’ di carta come spessore perché gli era troppo larga…

Durante la Messa il Patriarca Luciani fece come altre volte anche da Papa: all’omelia chiamò un chierichetto e avviò con lui una breve e intensa conversazione sul tema della Parola di Dio di quel giorno.

Nel settembre di due anni dopo, al momento dell’elezione di Giovanni Paolo I, ricordo il rincrescimento dell’allora parroco don Lorenzo Ferrai che in quell’occasione non aveva previsto neppure una fotografia per documentare l'episodio! E soprattutto: chissà se quel chierichetto ricorda ancora cosa gli chiese il Patriarca Luciani?

Nei primi giorni di settembre 1978, trovandoci a Roma per un convegno con don Lorenzo Zani, abbiamo assistito alla Messa di inizio pontificato e a quella prima udienza generale durante la quale il nuovo Papa Giovanni Paolo I intervistò il chierichetto maltese  che rispose di non essersi mai ammalato e così fece barcollare il discorso del Pontefice….

Un uomo, un Papa, dal tratto semplice e dalla parola immediata, ma con una profondità tipica di chi sa di essere un umile strumento nelle mani di Dio. Lui stesso nel discorso dell’udienza generale del 13 settembre 1978 ha rivelato la preghiera che era solito dire: “Signore, prendimi come sono con i miei difetti, con le mie mancanze, ma fammi diventare come tu mi desideri”.

 Giulio Viviani      

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