L’erbario di Giacomo Bresadola

Realizzata grazie al lavoro degli studenti dell'Arcivescovile in alternanza scuola-lavoro, la mostra racconta la vita e l'attività del sacerdote micologo trentino

Una delle più importanti collezioni micologiche al mondo, digitalizzata e informatizzata dagli studenti e dalle studentesse del Collegio Arcivescovile di Trento. Dalla loro esperienza estiva di alternanza scuola-lavoro in Archivio Diocesano nasce la mostra “Herbarium Bresadola”, che sarà inaugurata giovedì 6 settembre alle 17.30 al Vigilianum. L'evento prevede l'intervento di Alberto Folgheraiter (“Giacomo Bresadola, nemo propheta in patria”) e, a seguire, la visita guidata ad opera dei giovani che hanno curato l’allestimento.

Attravero documenti personali e fotografie, la mostra (aperta fino al 30 settembre) racconta la vita e l’attività di don Giacomo Bresadola (1847-1929), sacerdote nato a Ortisé e micologo di fama internazionale. In vetrina la preziose testimonianze della sua attività scientifica: i disegni e alcuni campioni di funghi, gli exsiccata, del suo erbario. La raccolta, costituita da oltre 1770 campioni raccolti tra il 1862 e il 1928 da Bresadola e dai suoi corrispondenti internazionali, è stata donata da don Giacomo al Seminario Maggiore di Trento e oggi è conservata al Museo di Scienze Naturali “G. Bresadola” all’interno del Collegio Arcivescovile.

Oltre a provvedere alla digitalizzazione e informatizzazione della raccolta micologica, studenti e studentesse si sono anche cimentati nel lavoro di ricerca storica. Con l’aiuto del direttore del Museo, don Luigi Boninsegna, e attraverso l’analisi di documenti, hanno ricostruito la storia dell’istituto – oggi purtroppo chiuso al pubblico e quasi dimenticato – riscoprendo la sua straordinaria collezione.

Il lavoro dei giovani “archivisti” si inserisce in un progetto più ampio di collaborazione tra l’Università di Trento – Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale, il Club per l’Unesco di Trento, il MuSe, il Collegio Arcivescovile di Trento e l’Archivio Diocesano Tridentino, che mira a rendere il lavoro di Bresadola patrimonio dell’umanità con il supporto di DiCultHer – Digital Cultural Heritage School nell’ambito di “2018 anno del patrimonio culturale europeo”.

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