I diritti sono doveri

Il tema: “Coltivare i doveri, promuovere i diritti”

Bolzano – Si apre sabato 29 settembre anche a in Alto Adige, come in tutta la regione, la Settimana dell’accoglienza. Coordinata dal CNCA, coinvolge diverse realtà regionali attorno al tema: “Persona e comunità. Coltivare i doveri, promuovere i diritti”.

Abbiamo, da settant’anni, una Carta costituzionale che chiama forte alla corresponsabilità. Lo fa fin dal primo articolo, là dove si afferma che la “res publica” è fondata sul lavoro. A dire che il “popolo” è tanto più “sovrano” quanto più si sporca le mani mettendosi all’opera.

Ognuno è chiamato a fare la sua parte a seconda delle sue capacità e possibilità. Per questo il lavoro non è solo un diritto ma anche un dovere. “Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società” (art. 4).

I diritti, nella Costituzione italiana, sono sempre inscindibili dai doveri. Il cittadino “sovrano” ha un “potere” da esercitarsi per il bene comune e perciò “nelle forme e nei limiti della Costituzione” (art. 1). Significativo che questi “limiti” siano espressi già nel primo articolo, quello che introduce la pagina dei diritti.

Infatti subito dopo, all’art. 2, si mettono insieme diritti inviolabili e doveri inderogabili. “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.

Nel “Paese dei furbi”, dove per molti aggirare le regole ed evitare di fare il proprio dovere è motivo di merito, è quanto mai utile sottolineare come “l’adempimento dei doveri” sia invece una questione di “solidarietà”.

La Repubblica esiste per garantire i diritti. Per farlo è necessario esigere il rispetto dei doveri, che non sono fini a se stessi, ma necessari a garantire il bene comune. Solidarietà significa: siamo tutti responsabili di tutti, responsabili del bene di tutti e di ciascuno. Di qui i “doveri inderogabili di solidarietà”.

All’articolo 3 la Carta riassume i diritti nei concetti di dignità e uguaglianza e afferma: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti…”

Si dice dunque che il mancato rispetto dei diritti comporta una duplice conseguenza: di carattere personale (“impediscono il pieno sviluppo della persona umana”); di carattere pubblico (“impediscono l’effettiva partecipazione…”). Il rispetto dei diritti è nell’interesse di tutti. È per il bene comune.

“È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli…”. Anche qui un duplice appello. Alle istituzioni della Repubblica che devono “rimuovere gli ostacoli”. Ma soprattutto al singolo. Ad ogni cittadino è affidato un frammento della res publica. A ciascuno dunque il “dovere” di “rimuovere gli ostacoli…”

Torniamo così all’idea di responsabilità e di corresponsabilità. Il bene comune richiede (a tutti e a ciascuno) “l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.

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