Dopo la crisi segnali di ripresa

Industria, commercio, turismo e artigianato. Questo è il poker vittorioso della valle di Fiemme senza dimenticare il mondo agricolo e zootecnico che ha radici profonde anche se ridimensionate dall’evoluzione dei tempi. Un’economia integrata che si muove su settori diversi è la marcia in più dei fiemmesi. La crisi ha fatto sentire la sua brezza gelida anche nelle valli dell’Avisio ma oggi ci sono segnali netti di ripresa. Aziende, come Eurostandard, il pastificio Felicetti, La Sportiva, Rizzoli e Star Poll, guadagnano margini crescenti di mercato in campo internazionale grazie a una produzione di prestigio.

Qualche problema rimane nel commercio dopo la contrazione dei consumi avvenuta nel 2008 e la concorrenza degli acquisti su internet. Buone nuove dal turismo, sia estivo sia invernale, che può contare su sei mila posti letto in 110 alberghi e altri 35 mila nel settore extra alberghiero. Presenza crescente di stranieri in inverno (grazie al richiamo degli sport nordici) e di clientela italiana in estate attratta da offerte specifiche per famiglia.

Soffre ancora il passo Rolle, area dove c’è stato il primo confronto tra l’industria ormai matura dello sci alpino con la montagna da vivere in libertà. Confronto dove, per ora, ha vinto la tradizione sull’innovazione. L’economia vive del contributo vitale di piccole aziende dedite all’artigianato in campi diversi ma soprattutto del legno, materia prima d’eccellenza in Fiemme.

Il piccolo artigiano deve saper navigare in acque non certo tranquille tra gli scogli infidi rappresentati dall’innovazione, dal cambio generazionale (quindi la necessità di trovare operai preparati) e dalla ricerca di credito per rinnovare ambienti di lavoro e macchinari. In una Italia dove la componente di disoccupati, secondo i dati più aggiornati, è al 9,7% troviamo la valle di Fiemme in difficoltà ad acquisire manodopera specializzata. Probabilmente i giovani preferiscono un impiego di altro tipo, magari in ufficio o nelle strutture ricettive.

E dal punto di vista sociale che peculiarità ha Fiemme? Ne abbiamo parlato con Michele Malfer, vice presidente della Comunità territoriale. “Complessivamente la valle prende ancora linfa da un tessuto sociale sano. Come Comunità territoriale stiamo completando un lungo lavoro di partecipazione e pianificazione legato al piano sociale della comunità, bussola per guidare le politiche sul territorio fino al 2020”, spiega Malfer. “Abbiamo esplorato cinque aree il lavorare, l’abitare, il fare comunità, prendersi cura ed educare. Il nostro contesto non sfugge le dinamiche provinciali e nazionali. Denatalità, invecchiamento della popolazione, giovani vulnerabili che stentano a emanciparsi come adulti, sono motivo di inquietudine anche per noi. Direi che il tema trasversale è la famiglia, snodo dei punti accennati sopra”.

Dal 2011 Fiemme è Distretto Famiglia perché, prosegue Malfer “consideriamo il nucleo famigliare protagonista attivo della vita sociale. Questo ci permette di operare in un ambiente che dimostra sensibilità anche se le problematiche sono più complesse di un tempo”.

Infine Fiemme fa rima con sport. Sono una cinquantina le associazioni sportive censite che possono contare su numerose strutture minori oltre agli impianti “mondiali” come il centro del salto di Predazzo e lo stadio del fondo a Lago di Tesero. Dopo lo sci (nelle varie specialità) è la bicicletta l’attività preferita sfruttando le potenzialità della ciclabile delle Dolomiti che collegandosi a quella di Fassa (ancora incompleta)arriva a San Lugano e, per chi ha fiato, fino alla valle dell’Adige.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina