“Marettimo”, attraente inganno

Piccole storie, a volte simili a fiabe; ma non mancano il colpo di scena, la battuta ironica, la carezza fiduciosa

Un uomo esce di casa per andare a fare una passeggiata, si incammina verso la collina, incontra un cane che lo segue e lo accompagna lungo la salita e fino al rientro in paese. Poi si separeranno, ma conservando il desiderio di incontrarsi di nuovo dopo aver goduto della compagnia reciproca: la traduzione concreta di cosa sia l'amicizia.

Un racconto scritto su un foglio di carta viene gettato nel cassonetto, ma parole scartate con una decisione affrettata vengono ripescate, considerate degne di trovare ospitalità in un'altra casa. Perché ciò che l'autore scrive non gli appartiene, e pur incompreso e abbandonato può rifiorire grazie a chi trova, legge, capisce: la realtà è graffiante, può colpire duro e buttarti via, ma in essa c'è spazio per un'imprevista mano che salva e riconosce valore a ciò che sembrava non averne più.

Un fiocco di neve si posa su una foglia di mirto che lo accoglie come un dono, e sa che quando il sole sorgerà, la sua vita diventerà nuova e diversa, ma affronta la trasformazione con la saggezza di chi non teme il cambiamento. Il piccolo e il grande, il freddo e il caldo: gli opposti si toccano per un attimo e in quello spazio abita uno sguardo che sa guardare oltre, restando aperto alle differenze e al domani.

Sono brevi intensi ritratti, pennellate leggere che rivelano profondità inusuali quelle che regala Giorgio Antoniacomi nella sua ultima produzione letteraria, Marettimo e altri racconti (Publistampa, 2018), presentata nell'ambito di Medita, la mostra dell'editoria trentina giunta alla settima edizione e svoltasi dal 19 al 23 settembre scorsi con 13 case editrici presenti nel tendone allestito come di consueto in piazza Fiera, a Trento.

I racconti che compongono la raccolta di Antoniacomi, alcuni dei quali letti da Elisa Tonina, assomigliano ad una scatola di cioccolatini, ha evidenziato in apertura Joseph Tassone, da scartare con curiosità per poi gustarne le sfumature, a volte piacevolmente mutevoli in sapori inaspettati, tracce nascoste di un sottotesto che emerge dopo la prima rapida lettura. Perché niente è come sembra e quello proposto dall'autore è un attraente inganno: il registro stilistico rende semplice seguire l'evoluzione delle piccole storie, a volte simili a fiabe, ma l'autore dopo aver colto un momento nel tempo, conservato in uno scatto che restituisce la sorpresa del meravigliarsi ancora, ha in serbo il colpo di scena, la battuta ironica, la carezza fiduciosa che ribalta la prospettiva originaria, mostrando l'esistenza di un altro punto di vista. Antoniacomi non si sottrae al confronto con la complessità della vita e con le contraddizioni che la rendono sì dolce-amara, ma mai riducibile ad un solo senso o interpretazione, e anche se il futuro può preoccupare, sceglie di pensare al domani con speranza: il futuro è imprevedibile perciò è assurdo temerlo, piuttosto va preparato, e tenere a bada le preoccupazioni è possibile, magari con l'ironia e vivendo il presente "qui e ora".

Se ciò che si spera è una meta lontana, l’autore ci ricorda che c’è sempre una luce o una cometa a illuminare il sentiero e le notti buie, filosofia espressa attraverso due concetti ricorrenti, “lo sconosciuto”, come rivelazione positiva all’occhio attento e al pensiero paziente, e “il viaggio”, anche se è solo un breve tratto di strada. E il senso dell’andare incontro viene evocato dall’immagine di copertina che riporta l’acquerello di Adriano Siesser, intitolato “Marettimo” come il libro. Scelta non casuale visto che quattro racconti sono ambientati lì, nell’isola delle Egadi che, secondo certe interpretazioni, corrisponderebbe a Itaca, e che ha significato intimo per l’autore essendo la raccolta dedicata alla memoria di una persona cara scomparsa lì, un amico “che ha raggiunto il mare aperto”.

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