“Non farò l’uomo solo al comando”. Parla il nuovo presidente Maurizio Fugatti

“Non farò l’uomo solo al comando”, assicura il leader leghista che sceglie la prudenza nelle prime dichiarazioni: “Non faremo rivoluzioni”

Dentro il palazzo che la Lega avrebbe voluto scalare ancora negli anni di Bossi e Boso Maurizio Fugatti è entrato quasi in punta di piedi nel pomeriggio del 22 ottobre, a poche ore dallo storico esito elettorale. Il 46enne deputato leghista, scelto da Salvini come sottosegretario alla Salute, aveva prima festeggiato a casa con la moglie e i due figli. Dopo, lo aspettavano, i militanti in piazza con gli altri leader della sua coalizione.

Ma anche nei primi commenti nella sala stampa della Provincia Fugatti ha mostrato moderazione, stringendo sportivamente la mano all’”amico” Ugo Rossi e poi informandosi sulle procedure d’insediamento con il presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti. “Abbiamo replicato il risultato del 4 marzo, confermandoci come partito al 27%”, ha esordito ai microfoni Rai, assicurando poi a tutti “piedi per terra e testa sulle spalle nell’affrontare i problemi per i quali abbiamo avuto un forte mandato popolare dai trentini”.

Coerente con il ritratto di chi lo ha definito “un leghista che pare un dc” per i modi felpati, Fugatti ha poi snocciolato le sue priorità: riequilibrio del rapporto fra centro e periferia, decentramento dei poteri ai territori, progetti per frenare la denatalità, realizzazione dell’autostrada Valdastico. Non si è stizzito nemmeno davanti alla provocazione di chi gli chiedeva se avesse già pensato ad una nota da presidente della Provincia (“non mi sono ancora insediato…”) e ha anticipato di valutare le scelte per la nuova Giunta con i partiti della coalizioni, già pronti con le loro richieste: “Non farò l’uomo solo al comando”, ha aggiunto concedendosi poi ai fotografi per la foto in uscita dal palazzo sulla piazza, dove un tempo piantava i gazebo.

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