I castagneti di Castione, legame secolare

I castagneti di Castione
Se dici castagne, pensi Castione. Il legame tra la frazione brentegana e il frutto autunnale è infatti secolare; un legame che ha modellato il paesaggio con spettacolari castagneti e che incide anche sull’economia del territorio, visto che sulle pendici del Baldo viene coltivato un terzo del prodotto provinciale. Dei 1500 quintali raccolti nel 2018, infatti, 500 sono marchiati dall’Associazione tutela marroni di Castione.

Oltre al logo, da tre anni a questa parte ogni singola retina prodotta sull’Altopiano reca anche il nome (e addirittura il numero di telefono) del produttore, in una forma di tracciabilità spinta che è sinonimo anche di grande qualità. “Le nostre castagne sono le migliori del mondo, per questo ci mettiamo la faccia”, afferma senza tentennamenti Fulvio Viesi, presidente fondatore dell’associazione di tutela che conta 20 soci attivi e una sessantina di volontari coinvolti, anche quest’anno, nella tradizionale festa dedicata al marrone, giunta alla 25° edizione.

Dopo un quarto di secolo, il 27 e 28 ottobre scorsi, la manifestazione ha però traslocato dalla natìa Castione a Brentonico, nel parco. Uno spostamento legato a questioni logistiche e di sicurezza,  inevitabilmente accolto con qualche mugugno dai residenti. “Abbiamo mantenuto le visite guidate nei castagneti di Castione, così come la mostra sulla lotta biologica nel nostro museo. Visto il numero di visitatori, però, non era più possibile rimanere nella frazione. Ormai non si torna più indietro”, spiega Viesi.

La didattica rimane uno dei fiori all’occhiello dell’associazione: da maggio a novembre circa un migliaio di studenti è stato accompagnato tra i tremila alberi castagni secolari della zona. “Il nostro è un paesaggio unico, plasmato dalla mano dell’uomo e da quella della natura”, testimonia il presidente.

Il raccolto 2018 è stato più che soddisfacente; risolti i problemi con i parassiti, la produzione, anno dopo anno, è in crescita, ma per riuscire ad affermarsi nella grande distribuzione è necessario aumentare ulteriormente i quantitativi. “Questa è una sfide che si vince puntando sulla qualità. Da essa deriva la possibilità di remunerare adeguatamente il prodotto”, conclude Viesi.

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