Padre Nostro, “non abbandonarci alla tentazione”

Prima di entrare in vigore, il testo sarà sottoposto alla Santa Sede per i provvedimenti di competenza

Non si dirà più “non ci indurre in tentazione”, ma “non abbandonarci alla tentazione”. Insieme al Padre Nostro cambierà anche l’inizio del Gloria: “pace in terra agli uomini, amati dal Signore”.

L’Assemblea generale della Cei ha approvato la traduzione italiana della terza edizione del Messale Romano, a conclusione di un percorso durato oltre 16 anni. In questo arco di tempo, si legge nel comunicato finale dell’Assemblea generale straordinaria della Cei (12-15 novembre), vescovi ed esperti hanno lavorato al miglioramento del testo sotto il profilo teologico, pastorale e stilistico. Nell’intento dei vescovi, la pubblicazione della nuova edizione costituisce l’occasione per contribuire al rinnovamento della comunità ecclesiale nel solco della riforma liturgica. Di qui la sottolineatura, emersa nei lavori assembleari, relativa alla necessità di un grande impegno formativo. La liturgia, hanno evidenziato i vescovi, coinvolge l’intera assemblea nell’atto di rivolgersi al Signore: “Richiede un’arte celebrativa capace di far emergere il valore sacramentale della Parola di Dio, attingere e alimentare il senso della comunità, promuovendo anche la realtà dei ministeri. Tutta la vita, con i suoi linguaggi, è coinvolta nell’incontro con il Mistero: in modo particolare, si suggerisce di curare la qualità del canto e della musica per le liturgie”.

Per dare sostanza a questi temi, si è evidenziata l’opportunità di preparare una sorta di “riconsegna al popolo di Dio del Messale Romano” con un sussidio che rilanci l’impegno della pastorale liturgica.

Dopo l'approvazione della Cei, ci vuole ancora un po’ di tempo perché le modifiche diventino effettive (probabilmente nel 2019). “I primi a chiedersi quando entrerà in vigore la nuova versione del Padre Nostro sono stati i vescovi”, ha rivelato il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, nella conferenza stampa di chiusura dell’Assemblea: “Prima è necessario che otteniamo la confirmatio della Santa Sede, poi si potrà utilizzare, con la pubblicazione della nuova traduzione del Messale romani”.

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