Staffetta tra generazioni da rinverdire

Una formula interessante per gli anziani, ma possono usufruirne i lavoratori di ogni età. Con un doppio vantaggio

E’ nota come «staffetta generazionale», perché un tempo riguardava soltanto i lavoratori prossimi alla pensione; oggi è estesa a tutti ed è semplicemente la «staffetta sul lavoro»: un dipendente opta per il part-time, ricevendo un contributo a ristoro della minore retribuzione, purché l’azienda, per compensare la ridotta prestazione lavorativa, ricorra a una nuova assunzione o stabilizzi un lavoratore precario. E’ una formula interessante per gli anziani, affaticati dall’allungamento dell’età lavorativa, ma possono usufruirne i lavoratori di ogni età. C’è un doppio vantaggio: dal lato del dipendente che abbrevia la presenza in azienda è una forma poco onerosa di conciliazione vita-lavoro; dal lato dei molti giovani e meno giovani in cerca di sbocchi occupazionali è un’opportunità per conquistare un posto di lavoro. Nei mesi scorsi la Provincia ha perciò deciso di rilanciare questa formula, ritoccando in meglio l’aiuto.

«Si tratta di una misura conveniente ed elastica – spiega il prof. Riccardo Salomone, Presidente dell’Agenzia del Lavoro di Trento -. Il part-time del lavoratore in staffetta può assumere le forme più varie, verticale, orizzontale o stagionale, e può essere controbilanciato con l’assunzione a tempo indeterminato o la stabilizzazione di un lavoratore con mansioni anche diverse: ad esempio, un impiegato a fronte della ridotta attività di un operaio. È anche ammesso che siano più d’uno i dipendenti che optano per il part-time “in cambio” di un solo nuovo assunto o stabilizzato, purché il monte ore di quest’ultimo sia di almeno un’ora maggiore del totale delle ore lavorate in meno dagli altri».

L’intervento è riservato ai dipendenti di aziende private. Il presupposto è un accordo sindacale o un accordo tra datore di lavoro e dipendente. Con una semplice domandina all’Agenzia del Lavoro, il contributo copre l'85% della perdita retributiva, tredicesima compresa, fino a un massimo di 10.000 euro annui per lavoratore, per non più di tre anni; è erogato in rate mensili ed è incrementabile fino al 100% (sempre entro la soglia di 10.000 euro annui) se nel periodo di staffetta il lavoratore versa contributi volontari all’INPS o a Fondi di previdenza complementare. Alle aziende, oltre a non perdere ore di lavoro, e al non trascurabile vantaggio di favorire il ricambio e una maggiore serenità dei propri dipendenti, sono riconosciute agevolazioni fiscali.

Insomma, con questa staffetta «rinverdita» tutti vincono qualcosa: i lavoratori, le imprese e la comunità. Dall’inizio del 2017 ad oggi hanno infatti ridotto l’orario di lavoro 61 lavoratori, consentendo ad altri 47 un impiego stabile: numeri contenuti ma comunque significativi per una misura fresca di rilancio, il cui tiraggio è previsto in aumento nel prossimo futuro. L’abbeveratoio c’è, il sentiero è agevole, non resta che confidare nell’incontro fra i cavalli smaniosi di galoppare con quelli che han bisogno di correre un po’ meno.

Un’ultima annotazione: il «documento di politica del lavoro», cioè l’atto di indirizzo che disciplina questa nuova staffetta assieme a una nutrita varietà di interventi mirati a ogni punto nevralgico della vicenda occupazionale, è di una chiarezza cartesiana. E pure il nuovo look del sito dell’Agenzia del Lavoro è invitante. Per chi abbia qualche interesse, un’occhiata a entrambi non sarà tempo perso.

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