Il bancario che crede nel “noi”

somm1: Contro l’individualismo e il consumismo sfrenato nel complesso mondo globale: il richiamo etico di Paolo Segnana, direttore della Cassa Rurale Rotaliana e Giovo]

somm2 “Con questo piccolo libro – riassume – volevo dire che la vita è un dono e un miracolo

Anche se costretto a misurarsi ogni giorno con le bizze dello spread e le regole della finanza, un direttore di Cassa Rurale si fa inevitabilmente un esperto di umanità. Dalla sua scrivania-osservatorio interpreta e accompagna la sua comunità, può essere autorevole come un maestro, affidabile come un buon padre di famiglia. Ascolta e consiglia i clienti, accompagna le loro scelte, la loro fatica. “In questi tempi avverto nelle persone tanta insoddisfazione, per non dire infelicità. Come se venisse meno una fiducia nella vita, nel miracolo che ogni giorno si rinnova sulla terra, nella possibilità di ripartire, di cominciare”. Paolo Segnana, direttore da 17 della Cassa Rurale Rotaliana e Giovo, non s’atteggia a sociologo, tanto meno a filosofo. Ci accoglie cordialmente nel suo ufficio di Mezzolombardo per una chiacchierata distesa, senza mai guardare l’orologio. “Siamo tutti lì a correre come matti, non riusciamo a curare relazioni sincere e gratificanti fra noi. Ad un certo punto mi sono detto, almeno personalmente, che così non si può andare avanti…”.

Aveva 43 anni, due figli grandicelli, quando ha voluto cambiare ritmo alla sua frenetica carriera di funzionario di banca (a 22 anni nel gruppo BNL, poi BTB, quindi alla Rurale) e si è messo a studiare, prendendosi l’impegno di leggere, anche nottetempo, una ventina di libri all’anno: economia civile, ma anche filosofia, psicologia, tecnologia e spiritualità. Ne è nato un archivio personale con gli spunti migliori di oltre 300 titoli e autori, da Bauman e Dahrendorf a Rampini e Cohen, cresciuto in parallelo con vari incontri pubblici promossi per la sua Cassa Rurale con pensatori del nostro tempo. “Mi sono convinto che la gente è desiderosa di capire dove stiamo andando, si porta dentro tante domande di senso. E ci sta ad assumersi la propria responsabilità per incidere su un futuro che dipende da ognuno di noi”.

“Papà, ma perché non le scrivi per tutti queste cose?” gli ha chiesto un giorno il figlio Stefano che aveva ricevuto per il suo ventesimo compleanno dal padre una mail evidentemente efficace. Con l’aiuto dell’amico editor Marco Furgeri, Segnana ha dato alle stampe per le Edizioni Erikson / il Margine un testo ispirato a questa tesi: “Dobbiamo maturare una consapevolezza del nostro destino personale, ma anche del destino comune. Non esiste la possibilità di realizzare un cambiamento di contesto se non uniamo le forze, se non ridimensioniamo l’idea dell’io come unico protagonista e non rivalutiamo il “noi”.

Si legge in un’oretta e mezzo il libricino intitolato “Nel ventre del pescecane. Genitori e figli di fronte alla globalizzazione” che utilizza l’episodio di Collodi come parabola di un’epoca: nel burattino Pinocchio che diventa uomo e raggiunge la terraferma grazie all’aiuto di Geppetto c’è il desiderio di affrontare gli scompensi negativi della globalizzazione che ha reso più forte lo squilibrio fra ricchi e poveri. “Salvarsi insieme – spiega Segnana – significa non lasciare indietro nessuno, privilegiando la giustizia sociale, anziché l’arricchimento di una parte a discapito del resto della società”. Senza citare espressamente maestri come Guetti, Zamagni e Becchetti ma attingendo pure a loro, il nostro bancario illustra ai giovani una prospettiva all’insegna del dono e della condivisione, anche globale: “Dalla crisi si può uscire solo credendo ancora di più ai valori come il bene comune, la giustizia, l’uguaglianza, l’equità e la solidarietà, nel rispetto delle differenze generate dal merito individuale, dall’intraprendenza, dalla capacità di innovare, di assumersi rischi e di stare sul mercato”.

“Vedo che l’atteggiamento individualista e opportunista, che si apprende ogni giorno operando sul mercato – aggiunge – , ha contagiato educatori e genitori. La natura ci dice che siamo esseri buoni e altruisti, lo impariamo anche nella vita di famiglia, ma ci trasformiamo quando trattiamo la materia economica e il denaro”.

Favorito dalla formazione cattolica avuta in famiglia e al Collegio Arcivescovile, Segnana integra il personalismo cristiano con la visione dell’economia civile, invocando uno slancio etico trasversale, non ideologico né moralistico, che trova nel dialogo intergenerazionale – padri e figli, ma anche animatori e giovani, educatori e ragazzi, prof e studenti – il suo terreno più fecondo. Non a caso l’autore rimane disponibile per qualche incontro o percorso di formazione su questo saggio, soltanto nella speranza di lasciare una traccia di bene:

“Con questo piccolo libro – riassume – volevo dire che la vita è un dono e un miracolo e che essere uomini responsabili è un compito meraviglioso e possibile, anche quando tutto intorno sembra farci credere che non sia così”.

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Anna Maria Di Rienzo

Premetto che il libro lo avevo letto parecchio tempo fa e mi ero approcciata con lo spirito di un genitore, una mamma, che vuole comprendere il valore del rapporto genitoriale, in un vita fatta di corsa, tra lavoro, carriera e casa, bollette, mutuo … senza riuscire, come avrebbe voluto, a curare legami profondi e funzionali tra sé e la propria figlia, non tanto in termini quantitativi quanto in termini di qualità. Ho conosciuto Stefano, il figlio di Paolo, ispiratore del volume. Sono una collega di Stefano di una generazione diversa e ho avuto modo di confrontarmi con lui. Ho messo… Leggi il resto »

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