In quei monti l’infinito

Le sue foto saranno esposte al Centrum Jana Pawla II di Cracovia, il museo-santuario che ricorda il Papa polacco

“Queste montagne suscitano nel cuore il senso dell’infinito, con il desiderio di sollevare la mente verso ciò che è sublime”. Termina con le parole di Giovanni Paolo II “La Voce delle Dolomiti” (Munay, 2018), il nuovo libro del fotografo trentino Alessandro Gruzza, e non è un caso visto il suo legame con la figura carismatica del Papa polacco, a sua volta molto legato alla terra trentina e alle sue montagne. E la prossima primavera una ventina di immagini del talentuoso fotografo, meritevole di premi e numerosi riconoscimenti in concorsi internazionali, verranno esposte all’interno del Centrum Jana Pawla II di Cracovia, il più importante museo-santuario al mondo dedicato al ricordo della figura di Giovanni Paolo II, nella sezione permanente riservata al Trentino inaugurata lo scorso settembre. Il percorso espositivo sarà realizzato dal Servizio per il sostegno occupazionale e la valorizzazione ambientale della Provincia autonoma di Trento e racconterà l’intenso rapporto instaurato da Wojtyla durante le cinque visite in Trentino – tra l’agosto 1979 e l’aprile 1995 – con la montagna, vissuta come spazio privilegiato in cui elevare lo sguardo e coltivare il rapporto con Dio e il creato. Sulle facciate di ogni pannello fotografico saranno posizionate un’immagine d’epoca del Papa e una attuale del paesaggio trentino, accuratamente selezionata da Gruzza in modo da creare un dialogo simbolico e cromatico armonioso tra i suoi scatti e quelli del passato. Armonia di cui è prezioso testimone: al confine tra terra e cielo, dove la voce delle montagne risuona limpida, Gruzza ha infatti sperimentato un incontro tra Uomo e Natura che suscita meraviglia e gratitudine e dopo “Sentieri di luce” (Temi, 2012), ha preso forma in un volume di raffinata qualità – www.lavocedelledolomiti.it -, frutto di tre anni di lavoro e composto da 88 splendide immagini e dalla narrazione del dialogo intenso e appassionato tra le Dolomiti e il fotografo, in ascolto del prezioso messaggio consegnato dalla montagna: ognuno è chiamato a rispettarla e proteggerla quale patrimonio personale comune. Voce, Vita e Luce, i capitoli in cui è suddiviso il libro, scandiscono tappe importanti di un cammino personale e professionale che l’autore ha condiviso anche attraverso intime riflessioni spirituali e autobiografiche.

Arricchito dalla Prefazione di Vincenzo Torti, presidente Generale Club Alpino Italiano, e dalla Presentazione di Marcella Morandini, direttrice Fondazione Dolomiti UNESCO, il volume inoltre inaugura Munay, la casa editrice fondata da Gruzza con l’obiettivo di realizzare libri fotografici orientati a trasmettere rispetto, protezione e amore per la Natura. In lingua quechua munay significa “amore” inteso come azione che si concretizza nel prendersi cura dell’uomo e della terra in modo responsabile e rispettoso. Un valore che il fotografo è impegnato a trasmettere con workshop fotografici realizzati sia con adulti che insieme ai ragazzi dei Gruppi Giovanili delle Sezioni CAI dell’Alto Adige.

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