“La nostra battaglia, in campo e fuori”

La crescita del calcio femminile tra impegno, passione e stereotipi che faticano ancora a crollare. La nostra intervista ad Alessandra Tonelli, giocatrice di maggiore esperienza del Trento Clarentia, punta di diamante del movimento trentino

Con la sfida alla capolista Vittorio Veneto, domenica 20 gennaio alle ore 14.30 al campo di Mattarello, arriva al giro di boa il campionato del Trento Clarentia, punta di diamante del calcio femminile trentino, che dopo la riforma dei campionati femminili della scorsa estate milita nel gruppo B della Serie C, la terza serie nazionale.

Un campionato che finora ha regalato delle belle soddisfazioni alle ragazze allenate da Libero Pavan, partite per salvarsi ed attualmente terze in classifica con 6 vittorie su 10 partite disputate, a dimostrare che la recente crescita del calcio al femminile passa soprattutto dalla passione e dall’impegno quotidiano di tante giocatrici, ogni giorno sui campi anche per abbattere lo stereotipo tutto italiano di un pallone riservato esclusivamente ai maschietti. “È una battaglia su più fronti quella giocata da noi calciatrici, ma il movimento è vivo ed in continuo sviluppo”, ci ha raccontato Alessandra Tonelli, giocatrice di maggiore esperienza del Trento Clarentia con passato in serie A. “Con un pizzico di invidia devo dire che rispetto a quando ho iniziato io, ora le giovani possono ambire a giocare nella Juventus, che era il mio sogno”.

Complice il nuovo regolamento della Figc infatti le società finora solo maschili di Serie A e B da poco tempo devono allestire anche la squadra femminile; da giocatrice esperta come hai vissuto questa fase che ha visto sbarcare praticamente tutte le grandi società del calcio italiano nel vostro mondo?

Non sempre le società maschili che acquisiscono una compagine femminile fanno corrispondere un grande cambiamento di rosa o di staff, ma sicuramente gli investimenti fatti dalle grandi società nel femminile sono molto importanti per attrarre l’attenzione dei media e per alzare il livello di gioco della serie A e, a traino, anche quello delle serie inferiori. Le ultime in ordine di tempo sono state il Milan, che ha acquisito il titolo sportivo del Brescia femminile, una delle squadre italiane più forti degli ultimi anni, e l’Inter che anche grazie all’interessamento di Javier Zanetti ha formalizzato l’acquisizione dell’Internazionale femminile, prima non direttamente collegata. È vero, c’è il rischio come è successo a Brescia che alcune realtà vengano un po’ snaturate, ma penso che in futuro tutti ne trarranno vantaggio e l’obbligo per le società professioniste di avere una squadra under 12 femminile farà ulteriormente avanzare il movimento.

Anche il Trento Clarentia ha progetti importanti riguardo al settore giovanile, come vi state muovendo?

Per crescere è fondamentale lo sviluppo del settore giovanile e noi stiamo cercando di attuarlo. Serve creare entusiasmo intorno al nostro mondo perché sono ancora poche le ragazze che giocano a calcio. In quest’ottica il Trento Clarentia sta invitando le ragazze sotto i 14 anni che vogliono giocare a palesarsi, sono già in corso degli allenamenti e dall’anno prossimo vorremmo creare una squadra per permettere di giocare seriamente anche alle ragazze più giovani, cosa che qui a Trento non c’è.

Tornando al vostro campionato, dopo un’ottima prima metà di stagione quali sono i vostri obiettivi?

Noi siamo partite con l’ambizione di mantenere la categoria, siamo molto contente del buon avvio di campionato che ci permette di allenarci con serenità ma gli obiettivi stagionali non sono cambiati. Non ci sentiamo candidate alla vittoria, siamo una realtà che da tre anni è in questa categoria e finora abbiamo dimostrato di poterci stare. Speriamo che l’arrivo di Carolina Poli in prestito dal Verona, dalla Serie A, possa aiutarci, visti anche gli infortuni e gli impegni di studio e di lavoro di alcune giocatrici.

A giugno ci sono i mondiali di calcio femminile, e se l’anno scorso l’Italia maschile non è riuscita a qualificarsi quest’anno le azzurre ci saranno.

Ho seguito le ragazze nella partita decisiva per la qualificazione con il Belgio e devo dire che è stata una bella vittoria, l’arrivo di Milena Bertolini in panchina e del suo staff ha portato un notevole beneficio alla squadra che mi sembra rinvigorita rispetto a quanto si vedeva con Cabrini, spero possano continuare a fare bene.

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