“Che fai a pranzo? Fermati un attimo!”

La parrocchia dei Santi Pietro e Paolo apre le porte della sua chiesa durante la pausa pranzo, tutti i giovedì, dalle 12.30 alle 14

“Mi fa male al cuore vedere chiuse le porte delle chiese”. Lo aveva detto Papa Francesco nel 2016, in occasione del Giubileo dei diaconi permanenti in Vaticano. La proposta avanzata nelle ultime settimane dalla parrocchia dei Santi Pietro e Paolo, in pieno centro a Trento, può essere letta proprio come un rilancio di queste parole. L’omonima chiesa parrocchiale, infatti, in occasione di questa Quaresima, rimane aperta durante la “pausa pranzo”, dalle 12.30 alle 14, tutti i giovedì fino a Pasqua. “Una bella occasione per donare un momento di preghiera, silenzio e pace, in un momento particolare della giornata”, spiega il parroco, don Roberto Lucchi.

L’idea è nata quando, in una seduta del Consiglio Pastorale, i consiglieri hanno portato come ordine del giorno, a nome di alcuni parrocchiani, l’esigenza di estendere l’orario d’apertura della chiesa, anche in tempi non abituali. “Per me è stata una gioia poter accogliere questa sollecitazione”, aggiunge don Roberto. L’estensione è stata individuata durante quella fascia giornaliera che solitamente coincide con la pausa pranzo, mentre, per la scelta della giornata, si è optato per il giovedì, quando il centro di Trento si riempie grazie al mercato settimanale. Lo slogan dell’iniziativa parla da solo: “Fermati un attimo!”.

“Nulla di eccezionale – aggiunge Alessandro Leto, membro del Consiglio Pastorale ed entusiasta sostenitore dell’iniziativa – chi entra può trovare dei sussidi di preghiera e adorare il Santissimo aiutato dall’accompagnamento sonoro dei canti di Taizè diffusi all’interno della chiesa”. Nessuna animazione particolare, nessuna pubblicità eccessiva (solo l’efficace volantino con l’invito “ascolta, pensa, prega”), eppure nell’arco di queste settimane sono diverse decine le persone che, fra il panino e l’ufficio, hanno fatto una sosta silenziosa in chiesa.

Fanno pensare queste decine di lavoratori che scelgono di riservare parte della propria pausa pranzo alla preghiera e alla meditazione. Spesso non sono gli stessi parrocchiani ma persone esterne alla parrocchia, che difficilmente si vedono a Messa la domenica. Sono tutte persone adulte, che lavorano negli uffici e nelle piccole attività del centro, e che entrando in chiesa cercano in Dio e nella preghiera un ristoro lontano dai ritmi frenetici che la società impone loro”.

“Nulla di nuovo, qualche nostro sacerdote illuminato aveva avuto quest’idea già negli anni Settanta”, spiega ancora don Roberto. Ormai da qualche anno, in effetti, in diverse zone d’Italia si è provato a sperimentare un’apertura delle chiese “h24” o ad orari differenti dallo standard abituale. Gli esempi sono molteplici, e vanno dai grandi centri, come Roma, Genova e Torino, alle città più piccole come quelle di Lecco, Rimini, e ora anche Trento.

A chi si chiede, poi, se non c’è qualche timore per i furti o altri episodi di microcriminalità lamentati in altre chiese del centro città, sia il parroco che i consiglieri rispondono che “questa preoccupazione non giustifica una chiusura. Sarebbe rinunciare ad una proposta che si rivela apprezzata”, aggiungono osservando che – per garantire comunque una vigilanza attenta – “sono sempre presenti, a turno, i promotori dell’iniziativa”.

Il messaggio che parroco e consiglieri pastorali della parrocchia di San Pietro vogliono lanciare con questa innovativa iniziativa è dunque all’insegna del magistero di Papa Francesco: “Le chiese non sono fatte per rimanere chiuse, ma devono essere luoghi aperti di preghiera e vita cristiana”.

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