Don Gilli, anima del Seminario

Una figura di riferimento per tanti seminaristi. Era stato in servizio anche in Vaticano all’ufficio traduzioni

Martedì 26 marzo, nello stesso giorno in cui moriva don Giuseppe Taufer (vedi pag. 14) ci ha lasciato all’ospedale San Camillo un altro sacerdote molto anziano: mons. Silvio Gilli si è spento con fatica, per la sua forte tempra.

Aveva da poco compiuto i 98 anni e la sua lunga vita è stata legata, fin dalla sua ordinazione nel 1945, all’Istituzione del Seminario. In Seminario minore, allora pullulante di seminaristi, ha servito come prefetto e poi professore per diversi anni e al seminario maggiore si è poi conclusa la sua lunga vita: dal 2010 al 2017 come residente in seminario animando con le sue conversazioni i pranzi dei professori e dei seminaristi, e negli ultimi due anni come degente nella Casa del clero ospitata sempre in Seminario. E’ stato prefetto all’Istituto agrario S. Michele dal 1965 al 1981, dove lo ricordano con simpatia e gratitudine, assistente delle Orsoline e all’Associazione trentina della Famiglia e quanto altro. Dal 1981 al 2000 per la sua conoscenza del tedesco ha lavorato come traduttore nella Segreteria di Stato in Vaticano; anche qui con delicatezza e simpatia ha accompagnato tanti trentini che in quegli anni visitavano Roma. Si era anche occupato della causa di beatificazione del vescovo Nepomuceno de Tschiderer.

Ancora ottantenne, ritornato da Roma ha servito come rettore della chiesa di S. Chiara in Trento. Lo ricordano anche gli amici dell’Apostolato della Preghiera con i quali ha condiviso molti momenti di preghiera.

Il suo particolare modo di raccontare e interloquire ha lasciato il segno nei seminaristi di ieri e di oggi, la loro preghiera lo accompagni nella casa del Padre da dove lui ancora preghi per i preti degli anni a venire.

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