“L’immigrazione a Trento, il mio film fuori dagli schemi”

Il regista trentino Andrea Andreotti racconta dodici storie di stranieri a Trento: diverse facce dell’immigrazione

Ci pensava da quasi vent’anni a “girare” il punto di vista degli immigrati che, per motivi diversi, approdano a Trento, compiendo un impegnativo “salto” esistenziale e culturale.  Per il regista trentino Andrea Andreotti – formatosi a Bologna e negli States, una sensibilità sociale già rivelata in apprezzati documentari – questo progetto è passato dalla carta allo schermo nel dicembre scorso quando ha concluso di raccogliere, registrare e montare dodici storie significative che raccontano soggettivamente “Il salto”, titolo del film ora promosso attraverso una raccolta fondi originale (vedi box).

“Mi sono proposto – spiega il regista mostrando nella redazione di Vita Trentina l’intrigante promo del documentario – di dar voce a chi è arrivato da lontano, conservandone l’originalità e la diversità, perché una storia ci mette sempre davanti ad una persona, ad un’unicità che supera il gruppo, l’etichetta, il pregiudizio che annulla la persona”. Le dodici interviste, realizzate in contesti diversi e intrecciate fra loro con quelle di altri stranieri, ci rendono vicini, quasi amici, l’ambulante senegalese che vende ombrelli in piazza Duomo, l’attrice e cameriera albanese, il sarto bengalese, il parrucchiere afghano, l’impiegato camerunense e il disoccupato del suo stesso Paese, la studendessa marocchina, la donna delle pulizie (attrice in Bulgaria), l’imprenditore colombiano e il cmmerciante iraniano.  A completare l’affresco composito la voce di Concetta che “il salto” lo ha compiuto 50 anni fa passando dalla Sicilia a Milano e modificando poi il suo nome in Ketty..

Ogni storia apre un mondo, conferma difficoltà e scoperte comuni, racconta una Trento diversa, descritta nel periodo magico del Natale quando l’atmosfera si fa più intima ma anche più comunitaria. Con un racconto empatico, ma non retorico, che segue una tecnica documentaristica moderna e coinvolgente, Andreotti offre in questi 90 minuti un prezioso contributo per chi oggi vuole confrontarsi in profondità con i nuovi cittadini di Trento. “Fuori dagli schermi che troppe volte semplificano la realtà”, conclude il regista.

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