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Trentino ancora senza eurodeputati. All’Europarlamento andrà, per la terza volta, il candidato della Svp Herbert Dorfmann

Nel prossimo Parlamento europeo siederà ancora una maggioranza di partiti favorevoli all’Unione,ma si rafforza unapresenza, pur minoritaria, di deputati “euroscettici”. Sui751 seggi in palio, i Popolari si attestano a 180 deputati, i Socialisti e democratici a 146: le due storiche forze politiche dell’assemblea escono “dimagrite” da queste elezioni. Ma si accentua la polarizzazione tra chi ancora crede nel progetto europeo e gli “euroscettici”, in aumento ma senza sfondare. E chissà cosa si sono detti i capi di Stato e di governo nella cenaconvocata martedì 28 maggio dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk per valutare i risultati delle elezioni. Stabilire chi dovrà tirare le fila dell’Unione nei prossimi cinque anni sarà un rebus.

In Italia, dove pesa il partito dell’astensionismo, in controtendenza rispetto al resto d’Europa, la Lega di Matteo Salvini vince a mani basse stracciando l’alleato di governo: il M5S è sorpassato dal Pd di Zingaretti. Il confronto con il voto europeo di cinque anni fa è eloquente. Il 24 maggio 2014 il Pd di Matteo Renzi con il 40,83% dei voti stravinceva le elezioni europee in Italia, quasi doppiando i Cinquestelle, allora seconda forza politica con il 21,15% dei consensi. La Lega Nord (con i Freiheitlichen e Basta €uro era al 6,17%. Quei 5 seggi sono diventati oggi 19, la Lega Salvini è il primo partito in Italia con 9 milioni di voti che valgono il 34,33% dei consensi. Il Pd con il 22,8% e 19 seggi si consola per aver aumentato rispetto alle politiche 2018 (l’exploit renziano appartiene a un’altra era geologica). Il M5S, che perde 6 milioni di voti, ammette la sconfitta (“I nostri elettori si sono astenuti”, è la lettura del ministro Fraccaro). Il vento leghista che a ottobre ha portato alla guida della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti soffia ancora sul Trentino, che non ottiene però, come già 5 anni fa, eurodeputati. Il risultato provinciale è migliore del nazionale: un 37,74% che fa impallidire il già sorprendente 27% delle politiche del 4 marzo 2018, poi confermato dal successo nelle provinciali di ottobre.L’affermazione è netta in tutte le valli del Trentino, l’unico argine rimane Trento, dove alle suppletive la candidata del Pd Giulia Merlo batte l’esponente leghista Martina Loss; ma è quest’ultimo ad andare alla Camera a Roma grazie alle 46.224 preferenze (46,06%, mentre Merlo ne ha ottenute 41.290, pari al 41,14%). Le farà compagnia Mauro Sutto, candidato della Lega nell’altro collegio, quello di Pergine Valsugana (27.513 voti, 51,08%). Entrambi continueranno a sedere nei consigli comunali rispettivamente di Trento e Ospedaletto.

L’unico rappresentante della regione Trentino – Alto Adige è il candidato della Svp Herbert Dorfmann, che torna a Strasburgo e a Bruxelles per la terza volta, forte di 100.057 consensi (di cui 8.262 in Trentino).Buona l’affermazione, tra i “regionali” nella circoscrizione Nord Est, di Roberto Battiston per il Pd (42.897 voti) e significativo il risultato di Renate Holzeisen per +Europa (23.749).

Se osserviamo i dati nazionali, l’Unione europea si conferma come un vero e proprio pout pourri, condizionato forse anche dalla presenza di 28 sistemi elettorali differenti. In Germania èal primo posto, pur se in calodi consensi, la Cdu/Csu della cancelliera uscente Angela Merkel (28,9%); exploit dei Verdi (20,5%), seguono i Socialdemocratici (15,8%); il partito no-Europa Alternative für Deutschland non è andato oltre l’11%. In Francia trionfa Marine Le Pen: con il suo Rassemblement National (23,1%) scavalca la Coalizione nazionale che ha come riferimento il presidente Emmanuel Macron (22,4%). In Polonia tiene il partito di governo, Diritto e giustizia, euroscettico, con il 45,6%; distantel’antagonista Coalizione europea (38,3%). Vittoria in Spagna per il premier socialista Pedro Sanchez: al suo partito il 32,8% delle preferenze; regge il Partito popolare (20,1%), così come i Ciudadanos (centristi: 12,2%) e Podemos (sinistra: 10,1%); l’ultradestra euro-contraria di Vox ottieneil 6,2%.Nell’Inghilterra della Brexit incompiuta ha avuto buon gioco Nigel Farage con il suo Brexit Party (31,7%), inseguito a lunga distanza dai Liberaldemocratici pro-Europa (18,6%); sconfitta pesante per il Labour (14,1%) e peri Tories (8,7%) della premier dimissionaria Theresa May (bene invecei Verdi: 11,1%). In Ungheria il premier nazionalista antieuropeo Viktor Orban(che purefa parte del gruppo dei Popolari) raggiunge il 52,3%

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