Per finta, ma non per gioco

Simulimpresa, un’esperienza quasi ventennale della Scuola delle Professioni per il Terziario di Trento che punta a formare al lavoro

Gli studenti passano molte ore in azienda e si mettono alla prova con i problemi concreti

Si può fare impresa non ancora diciottenni, gestendo clienti, marketing, contabilità e tutto ciò che si lega ad un'azienda, ma si può anche gestire un punto vendita, partendo dalla scelta del prodotto, dall'allestimento della vetrina, dall'assortimento del magazzino, con la chiusura fiscale e l'inventario. Si può simulare, facendo per finta,, ma non per gioco, perché alla fine c'è un esame ed una valutazione. E’ l'esperienza che gli studenti del II° e III° anno della Scuola delle Professioni per il Terziario possono fare nel laboratorio Simulimpresa.

“Sono in tutto 280 ore in due anni – chiarisce Emma Depaoli, docente di informatica presso la sede di via Borsieri a Trento – nelle quali gli studenti svolgono alcune ore dell’area tecnico professionale, gestendo in modo simulato un’azienda, con rapporti commerciali con altre aziende simulate gestite da altrettante scuole italiane o estere.” L’ambiente del laboratorio ricrea in tutto e per tutto l’organizzazione di un’azienda, con segreteria, vendite acquisti, contabilità, marketing, gestione della merce e gli studenti hanno la possibilità di provare concretamente ogni situazione.

“Siamo partiti nel 2002 – racconta Depaoli – con le aziende Primula e Stai. Nel corso degli anni se ne sono aggiunte altre e oggi abbiamo 7 imprese attive, di cui 5 con certificazione europea. Siamo stati tra i primi in Italia ed oggi è un’esperienza fondamentale per i ragazzi di questa scuola, perché li prepara su tutto quello che troveranno poi nel lavoro per il quale si stanno preparando.” Nel terzo anno gli studenti hanno inoltre uno stage aziendale tra le 120 e le 140 ore, a seconda dell’indirizzo scelto. “E’ un percorso in azienda che rientra a pieno titolo nel curricolo scolastico – precisa il direttore della Scuola, Paolo Zanlucchi – che è altro dall’alternanza scuola-lavoro prevista per tutto il triennio delle superiori. C’è un tutor in una della aziende con le quali siamo in contatto da anni ed un tutor a scuola che organizzano e valutano il percorso degli studenti. Al termine del terzo anno i nostri ragazzi hanno la qualifica di operatore ai servizi di impresa o di vendita”. E’ fondamentale che abbiano provato concretamente, non solo simulando l’impresa, ma anche vivendo nel quotidiano la realtà aziendale.

“La nostra scuola – ci dice ancora Zanlucchi – nasce dalla vicinanza con l’impresa. I due filoni delle professioni per il terziario, che in Trentino sono il grosso dell’impiego, sono l’amministrativo contabile ed il commerciale. Diamo ampio spazio all’aspetto pratico, all’esperienza sul campo. Chi sceglie di frequentare anche il quarto anno arriva addirittura a 430 ore di formazione in azienda”. Un aspetto che apprezza molto anche chi frequenta la scuola: “ho scelto una scuola che mi dava la possibilità di fare esperienza pratica- ci dice Adelina, studentessa del terzo anno – e l’esperienza in azienda mi ha fatto capire che essere timidi non serve a niente”. E di attività pratica e concreta ne fa molta anche chi sceglie il servizio alla vendita, l’altro filone della Scuola delle Professioni per il Terziario. “I ragazzi imparano che si comunica anche attraverso l’esposizione di un prodotto – spiega Anna Simona Caretta, docente di visual marketing, un tempo conosciuta come vetrinistica – e che la scelta di un prodotto piuttosto che un altro, non è casuale. Qui provano a gestire un punto vendita in ogni suo aspetto, partendo dalla scelta del prodotto da commerciare”.

Una simulazione molto seria che ha permesso alla scuola di stringere importanti collaborazioni con aziende del territorio. “Da anni ci chiamano ad organizzare gli spazi espositivi di fiere ed eventi provinciali- testimonia la professoressa Carretta – e i nostri studenti vengono poi impiegati come collaboratori ed accompagnatori durante gli eventi. Rispetto all’età, i ragazzi dimostrano di sapersi muovere autonomamente e con sicurezza, in ambito extra scolastico.”

E la scuola si avvicina al territorio, come tiene a sottolineare il direttore Zanlucchi. Tanto che da quattro anni è stata aperta una sede a Rovereto, “per rispondere alle esigenze della Vallagarina” e per formare addetti ai servizi di vendita, maggiormente richiesti in quella parte di Trentino. Pure l’utenza, che non è più solo cittadina. “Ci auguriamo che crescano anche gli spazi” chiosa il direttore, perché dopo il trasloco d’urgenza da via Chini, nell’estate del 2017, ora gli spazi di via Borsieri cominciano ed essere stretti. “La Provincia ci ha rassicurato – conclude Zanlucchi – speriamo di poter iniziare l’anno prossimo con qualche aula in più per i tanti nuovi iscritti.”

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