La Grecia va a destra

La Grecia volta pagina e vira a destra: nel voto anticipato di ieri, 7 luglio, convocato dal premier uscente Alexis Tsipras, a seguito della bruciante sconfitta alle europee del 26 maggio, è uscito vincitore Kyriakos Mitsotakis, leader di Nuova Democrazia (partito conservatore) che ha riportato  il 39,8% dei consensi, mentre il partito di Tsipras, Syriza, si è fermato al 31,56%. Mitsotaki ha già giurato da nuovo premier.

Con 158 seggi (su 300) Mitsotakis potrà governare da solo, senza alleanze. “La Grecia rialza orgogliosamente la testa dopo un periodo doloroso – sono state le prime parole del nuovo premier, rampollo di una delle famiglie più ricche di Grecia – ora inizia una lottché il futuro non può aspettare”.Da parte sua Tsipras ha affermato: “lasciamo a testa alta, quattro anni fa ci siamo occupati di un Paese sull’orlo della bancarotta, e lasciamo un Paese libero dai salvataggi, in crescita e con riserve nelle sue casse, con l’interesse del debito al minimo storico. Il risultato elettorale è il prezzo politico delle difficili decisioni che ho dovuto prendere, ma non costituisce una sconfitta strategica”. Chi esce sconfitto è il partito di estrema destra, “Alba Dorata” che rimane fuori dal Parlamento non superando la soglia di sbarramento del 3%. “Si tratta di un risultato ampiamente previsto – dichiara al Sir mons. Antonios Voutsinos, presidente di Caritas Grecia –. Che sarebbe andata così lo si era capito lo scorso 26 maggio, alle elezioni europee quando Nuova Democrazia aveva vinto con oltre nove punti di vantaggio sul partito di governo Syriza. La campagna elettorale è stata ricca di promesse. Ora vedremo se verranno mantenute. Dando credito a Mitsotakis i greci hanno chiesto un cambio di passo”. La politica di austerità per la crisi del debito pubblico (oggi al 180% del Pil, ndr.) imposta dai creditori della Troika (Bce, Fmi e Ue) e portata avanti da Tsipras non ha pagato.“Adesso vedremo cosa riusciranno a fare i nuovi eletti perché – aggiunge il presidente di Caritas Grecia – non è tutto nelle nostre mani. Bisognerà concertarsi con l’Unione europea e le altre istituzioni collegate”.Daniele Rocchi

(Agensir)

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