Lo 0,25% per i poveri non va cancellato

Pierino Martinelli a nome delle associazioni invita i consiglieri provinciali a non approvare il taglio previsto alla cooperazione internazionale: “Non può esservi discrezionalità”

“Quello che non va è che da un giorno all’altro si cancelli lo 0,25% del bilancio destinato alla cooperazione internazionale da un’apposita legge, che ben rappresenta il grado di civiltà di un territorio e l’anima della solidarietà trentina, e si abbattano da subito i contributi. Mettendo immediatamente in difficoltà tante realtà; penso, ad esempio, a tutte quelle parrocchie che aiutano i missionari in molte parti del mondo e che se andrà così non potranno più venire incontro alle esigenze primarie delle popolazioni locali, a migliaia di persone in difficoltà. E tutto ciò riguarderà anche molte altre organizzazioni, cattoliche o laiche che siano”. Pierino Martinelli è presidente di Farete, l’associazione trentina che riunisce 53 tra organizzazioni, gruppi, onlus e ong che si occupano di cooperazione internazionale allo sviluppo, che operano dall’Asia ai Balcani, dall’America Latina all’Africa, proponendo progetti a sostegno delle popolazioni locali.

Costituitasi ufficialmente il 9 giugno scorso, Farete è il risultato di un processo iniziato già alcuni anni fa che negli ultimi mesi ha inevitabilmente subito un’accelerazione a causa dell’intenzione della Giunta provinciale a trazione leghista (e dell’assessore competente Achille Spinelli) di dimezzare i fondi, togliere lo 0,25% del bilancio e chiedere che i privati sostengano le iniziative al 50%. “A dire il vero – riflette Martinelli – già adesso nel bilancio di diverse associazioni una quota a parte significativa dei finanziamenti non arriva dal pubblico. Quello che chiediamo a piazza Dante è un tavolo di concertazione che comprenda anche il mondo delle imprese, mi interesserebbe sapere dalle aziende cosa ne pensano di un loro eventuale coinvolgimento nei progetti, ma anche quello universitario e della formazione. Perché dobbiamo discuterne assieme per trovare una soluzione. Ripeto, ciò che non va è l’abbattimento dei contributi e la partecipazione dei privati ai progetti con una quota del 50% già da quest’anno. Altro discorso potrebbe essere quello di spalmarlo su più anni, con oculatezza. Ma se ne deve parlare salvaguardando il principio di sussidiarietà”.

Dal 22 al 25 luglio il Consiglio provinciale discuterà sul testo di assestamento di bilancio proposto dalla giunta. I numeri dicono questo: per quest’anno alla cooperazione internazionale allo sviluppo vengono tolti 938mila euro passando dai 12milioni 969mila 669 euro più qualche centesimo previsti a poco più di 12 milioni; per il prossimo si aggiungono invece 800mila euro (da 4milioni 325mila previsti a 5 milioni 125 mila); sul 2021 non c’è nulla né in previsione né in assestamento. Come se l’esecutivo si tenesse le mani libere. “Non comprendiamo proprio questo atteggiamento. Ma ciò che contestiamo, al di là dei numeri – precisa Martinelli – è la discrezionalità con cui viene introdotto il nuovo sistema. Non si sa sulla base di quali criteri. Il principio che il monte finanziamenti sarà stabilito “sulla base delle risorse disponibili” è troppo generico. Se questi provvedimenti dovessero passare la prima conseguenza sarà che non ci sarà più la possibilità di pianificare le attività da parte delle associazioni. Prevarrà l’incertezza”.

Cosa intendete fare? “Abbiamo già fornito ai consiglieri provinciali, di maggioranza e opposizione, tutte le informazioni corrette sul nostro settore. Come cristiani, quale sono io e anche come laici, non si può rimanere indifferenti a ciò che sta accadendo perché quello che facciamo è cercare di abbattere le diseguaglianze in tante parti del mondo, di dare voce a chi non ce l’ha. Se quanto previsto passerà, per migliaia di uomini, donne e bambini in giro per il mondo la vita cambierà. Ma in peggio. Mi auguro che i consiglieri votino con coscienza”.

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