Mobilità, il futuro è già qui

Nella città Trento, stando al recente Rapporto di Legambiente e MotusE, il 39% degli spostamenti avviene a piedi, a pedali o con motore elettrico

Il Trentino Alto Adige si conferma un paradiso della rivoluzione elettrica con lauti incentivi, reti di ricarica capillari e possibilità di e-car condivisa. Cresce il numero di infrastrutture destinate alla ricarica delle batterie: sono oltre 5.500 le colonnine per le auto, poco più della metà quelle in funzione per le due ruote a elettroni.

Per quanto riguarda nello specifico il comune di Trento hanno preso il via da alcune settimane i lavori per l’approntamento di tredici ciclostazioni da sommare alle attuali diciannove attivate sul territorio municipale, coperte da un finanziamento provinciale a valere sul bando nazionale per la mobilità sostenibile. Dove non è bastata l’etica per l’ambiente ha potuto la crisi economica: si vanno affermando modalità di trasporto sostenibili e benché si tratti di una situazione allo stato embrionale, vi si cela l’opportunità di qualcosa di importante per la collettività, costi quel che costi.

Sempre più persone scelgono di affrontare gli spostamenti urbani con mezzi più smart, connessi e multimodali. È l’incoraggiante fotografia scattata dal primo Rapporto sulla mobilità a emissioni zero in Italia presentata da Legambiente in collaborazione con l’associazione per la mobilità elettrica MotusE. Nell’analisi “Le città elettriche” figurano 104 capoluoghi passati in rassegna per indicatori come disponibilità di mezzi elettrici, tasso di motorizzazione, inquinamento dell’aria, estensione di piste ciclabili.

Non a caso la capitale della moda ha perso centomila veicoli e guadagnato altrettanti abitanti nell’arco di un ventennio grazie all’introduzione di politiche mirate. Si cammina sulla via della transizione, che è culturale prima che tecnologica. Sforzandosi a guardare il bicchiere mezzo pieno, il Belpaese corre a due velocità: mentre in Lombardia si concentra il più alto numero di prese per auto (oltre 1.100), Basilicata e Molise chiudono la classifica rispettivamente con 27 e 8 totem.

La nostra regione non se la cava male: 710 postazioni di ricarica per auto (l’exploit nel giro di un anno alimenta le aspettative) e circa 200 a disposizione dei ciclisti. Il predominante sistema auto centrico è in crisi. Il tasso di motorizzazione, seppur in misura variabile, osserva un trend calante in quasi tutte le grandi città anche se la densità del parco circolante non può definirsi incoraggiante, con una media nazionale di 661 mezzi a motore ogni mille abitanti.

Il Piano provinciale per la mobilità elettrica approvato a settembre 2017 spinge ulteriormente nella direzione dell’impatto ambientale nullo, di quelli che pongono al centro la persona. Concorda Edoardo Zanchini, numero due di Legambiente, il quale sottolinea: “Uscire dall’inquinamento che contraddistingue i nostri centri urbani è possibile, rendendoli più vivibili e sicuri. Servono però scelte coraggiose e di sistema, politiche nazionali che fino ad oggi sono mancate”.

Nell’urbe di Trento, stando all’analisi, il 39% degli spostamenti avviene a piedi, a pedali o con motore elettrico. Meglio di noi, distaccate soltanto di una manciata di punti percentuali, Milano, Bologna, Napoli, Ferrara, Treviso, Pisa e Venezia. Voto 4 su 5 al Piano urbano di mobilità sostenibile che vale il podio della classifica a pari merito con Milano, Bologna e i cugini altoatesini

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