Melinda in festa guarda al futuro

Celebrati insieme a mille clienti trent’anni di successi produttivi e commerciali. Il consorzio punta alla conquista di nuovi mercati con varietà di mele adatte alle lunghe distanze

Davvero indovinata e vincente l’idea di incontrare una folta rappresentanza dei mille clienti che Melinda conta in Italia invitandoli in Val di Non per una tre giorni di visite e festeggiamenti.

Per celebrare –così era scritto nell’invito alla conferenza stampa che ha preceduto di qualche giorno l’evento- il trentesimo anniversario del marchio Melinda e presentare l’attuale realtà produttiva ed organizzativa del Consorzio.

A conclusione degli interventi di Michele Odorizzi, presidente di Melinda, di Paolo Gerevini, direttore generale e di Massimiliano Gremes, responsabile della comunicazione, l’assessore provinciale all’agricoltura Giulia Zanotelli ha elencato e commentato le parole ricorrenti nei tre interventi: qualità, sostenibilità, identità territoriale, responsabilità, coraggio di prendere decisioni coraggiose e importanti quanto rischiose e da molti contrastate o mal sopportate. Il primo esempio di decisione coraggiosa è stata l’idea di far nascere una mela a marchio certificandone l’origine e la produzione maturata alla fine degli anni ’80 come risposta di quasi tutte le cooperative della Val di Non (13 su 16) ad un mercato indisciplinato in cui veniva venduta una quantità di mele con la denominazione Val di Non tripla rispetto all’effettiva produzione della zona.

Oggi Melinda si presenta come unica rete commerciale e sottende tutte le 16 cooperative operanti nel distretto ( compresa la Val di Sole). Paolo Gerevini ha parlato di processo lungimirante, ma combattuto. La conferma si trova in un ampio servizio dibattito pubblicato nel dicembre del 1989 sul mensile della Cooperazione trentina intitolato “Melinda e il resto del Trentino frutticolo”. Il Consorzio per la valorizzazione delle mele Val di Non, si legge nell’introduzione, è stato costituito il 24 ottobre 1989 con l’adesione di 13 cooperative di primo grado, 12 operanti in Val di Non, 1 in Val di Sole. La cerimonia di insediamento è avvenuta il 20 dicembre 1989. Nell’occasione il presidente e promotore di Melinda, Guido Ghirardini, ha difeso e motivato la scelta presa per valorizzare la produzione melicola di eccellenza della Val di Non lasciando aperta per il futuro la possibilità di dare vita ad iniziative di carattere unitario sotto l’egida del Con.Co.Pra. al quale aderivano le cooperative frutticole della restante parte del Trentino.

La produzione della Val di Non rappresentava con due milioni di quintali il 60% di quella complessiva del Trentino. Gli unici a giustificare la scelta di Melinda intravvedendo possibili sviluppi al positivo sono stati e rimangono gli scritti riportati nel servizio di Giancarlo Lunelli, direttore del Con.Co.Pra. e di Mario Muraglia, direttore della SOA di Aldeno. Le altre cooperative del Trentino hanno stigmatizzato l’iniziativa di Melinda definendola opportunistica prevaricazione.

La realtà di oggi conferma invece la validità della scelta.

Con le sue 440 mila tonnellate di mele, Melinda copre il 20% della media nazionale. Vi aderiscono 4 mila aziende familiari che coltivano 6.700 ettari di meleto. Il Consorzio offre inoltre opportunità di lavoro ad oltre 1.300 addetti generando un importante indotto economico per molte imprese locali. Il marchio Melinda vanta in Italia il 99% di riconoscibilità grazie al bollino blu applicato, non solo sui frutti , ma anche su una serie crescente di prodotti lavorati e trasformati delle mele.

La cerasicoltura a taglia bassa rappresentata dalle due varietà a maturazione tardiva, Kordia e regina, unitamente a mirtilli e altri piccoli frutti creano da qualche anno un notevole valore aggiunto al paniere di offerta di Melinda. Lasciamo ai lettori valutare quante e quali altre scelte coraggiose hanno comportato le molte iniziative di carattere strutturale, organizzativo e commerciale prese nel corso di trent’anni.

I soci di Melinda devono però riconoscere che al successo indiscutibile hanno contribuito fortemente anche l’Ente pubblico rappresentato dalla Provincia autonoma di Trento e dall’Unione europea.

Nella seconda parte la conferenza stampa ha riguardato gli impegni futuri. I dirigenti di Melinda si rendono conto di navigare in un mare mondiale periglioso caratterizzato da una inarrestabile sovraproduzione e conseguente aumento della concorrenza. Gli ostacoli si superano puntando all’eccellenza. L’impegno di Melinda nella ricerca di nuove varietà di mele adatte ai gusti dei consumatori del Sol levante è tra le priorità in assoluto. Lodevole e per noi doveroso l’impegno a rafforzare il rapporto con la Trentina e forse anche con altre OP del Trentino. In grado di offrire prodotti forse di minore pregio, ma capaci di svolgere un onorevole ruolo di complementarietà.

Nel programma industriale annunciato dal direttore Gerevini spiccano infine quattro progetti già approvati dal Consiglio di amministrazione.

Dotare la cooperativa COCEA di una modernissima tecnologia che andrà a verificare la qualità interna delle mele dopo la raccolta. Elevare da 80 a 310 gli ettari di frutteto biologico. Realizzare entro il 2022 una sala di lavorazione destinata esclusivamente alle mele biologiche. Portare a 40 mila tonnellate la quantità di mele conservate in celle ipogee allocate nelle gallerie della Predaia che rappresentano una tecnologia unica al mondo.

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