Don Bruno, padre e maestro ma anche fratello

Da sinistra l’ entrante don Bruno, il vicario di zona e l’ uscente don Luigi accolti sul sagrato
Sette comunità del lembo meridionale della Valle dei Laghi hanno spalancato le porte alla loro nuova guida spirituale, don Bruno Morandini, accolto “come padre e maestro, ma anche fratello”.Il rito di insediamento del cinquantenne predazzano ordinato presbitero nel 1995, è stato celebrato a Cavedine nel pomeriggio dell’ultima domenica settembrina in un clima di fraterna comunione prevalsa. In dote a don Bruno cinque parrocchie “attente e vitali”, da scoprire a fondo: anziani stretti nella morsa della solitudine, malati da confortare, giovani alla ricerca di appigli e congruenze, adulti bisognosi di una scintilla perché possa divampare e ardere in loro la fiamma della fede.

Ad accogliere sul sagrato il successore di don Luigi Benedetti – doverosamente ringraziato del “bellissimo percorso fatto insieme” e fraternamente esortato ad una “naturale continuazione” – era presente il vicario di zona don Dario Silvello che ha dato lettura della bolla vescovile di nomina , affidando la cura pastorale delle parrocchie di Cavedine, Calavino, Lasino, Stravino e Vigo Cavedine.

“Confidiamo che possa esercitare il suo ministero pastorale con passione e cuore attento”, il nerbo del messaggio all’entrante sacerdote, arricchitosi di una “visione universale della Chiesa” nel corso della sua ventennale esperienza missionaria in Brasile e Bolivia.

La sindaca cavedinese Maria Ceschini ha voluto sottolineare che come l’amministrazione sia pronta al dialogo affinché “lei, don Bruno, possa guidare con energia ed entusiasmo le nostre parrocchie anche grazie all’eredità di don Luigi, nostro amico e compagno di viaggio”. E a ruota il saluto dell’omologo di Madruzzo, Michele Bortoli: “Il suo arrivo in questa valle realizza una grande speranza delle nostre comunità”.

Fabrizio Marcantoni, portavoce del consiglio pastorale, ha augurato al nuovo arrivato di “essere sempre testimone di gratuità e di donazione, perché possiamo consolidare la costruzione di una comunità che nell’amore pone le sue fondamenta”.

Invocata la paterna benevolenza sui predecessori don Luigi Panzera, don Giuseppe Cattoni, i fratelli don Silvio e don Luigi Benedetti, “che saranno ancora le nostre colonne portanti”, don Bruno ha ricevuto in dono un quadro intitolato “Il buon pastore” cui attingere idealmente la sapiente forza per “sfondare certi muri presenti ancora nelle nostre comunità”.

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