Emanuela Evangelista, l’Ufficiale di Xixuaú

Emanuela Evangelista, trentina, biologa, vive in Amazzonia. Foto (c) Eve Vitrugno

Emanuela Evangelista, trentina, è biologa e vive in Amazzonia. Vi si era recata nel 2000 per la sua tesi di laurea e poi si è trasferita lì, nel cuore della foresta. E’ stata insignita recentemente della carica di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal presidente Sergio Mattarella “per il suo costante impegno, in ambito internazionale, nella difesa ambientale, nella tutela delle popolazioni indigene e nel contrasto alla deforestazione”.

Vive in un piccolo villaggio nella regione di Xixuaù, un centinaio di persone in gran parte bambini, tribù dei Cablocos, nel cuore della foresta, nello stato brasiliano di Roraima. Ma il suo campo d’azione educativo e di ricerca scientifica è vasto, come territorio e come raggio di persone coinvolte ed interessate.

Dopo che l’Amazzonia è stata al centro dell’interesse mondiale nell’autunno scorso, sia per gli incendi devastanti sia per il Sinodo dei vescovi indetto da papa Francesco, adesso c’è il pericolo che tutto torni nell’oblio. “Il timore – ci dice Emanuela da Manaus – è che l’interesse sia passeggero proprio oggi che si comprendono le interconnessioni tra luoghi così lontani, l’importanza delle foreste nel mantenere l’equilibrio climatico”.

Lei che è biologa conosce l’importanza dell’interdipendenza naturale che fa dire che l’Amazzonia riguarda tutti. Sono vent’anni che Emanuela è in Amazzonia e grazie alla sua presenza si può dire che nel territorio vasto in cui opera (un’estensione come tutto il Trentino) sta sorgendo la prima generazione di bambine e bambini non analfabeti con la possibilità di difendersi meglio e conoscere il mondo anche al di là della vita in foresta, pur cercando di mantenere le peculiarità precipue della vita in foresta.

Oggi questa ancor giovane donna (trentina, ma con ben consolidate radici anche a Milano dove ha fondato l’associazione “Amazzonia Milano Onlus”) lavora in una decina di villaggi supportando con la sua presenza una rete di scuole e ambulatori in grado di garantire istruzione e tutela della salute degli indios.

Con le associazioni Amazzonia Milano e Trentino insieme, di cui è vice presidente, ha avviato dei piccoli e molto attivi progetti di commercializzazione di frutta (buonissime le noci amazzoniche), incentivando pure un turismo sostenibile e sensibile alle tante problematiche che oggi il territorio amazzonico presenta. Lo scopo è anche quello di dare una possibilità di lavoro ai nativi.

Sono stati costruiti – grazie alla collaborazione con la Provincia di Trento – piccoli manufatti per nuovi alloggi per gli “eco-turisti”; acquistate due imbarcazioni, un battello in legno per il trasporto dei visitatori e un fuoribordo veloce per le emergenze mediche della gente del posto. Fanno parte del programma complessivo di questa solerte intrapresa umana e sociale l’uso dell’energia solare; l’utilizzo di mezzi di trasporto non inquinanti; il controllo della caccia e della pesca di sussistenza per contrastare il commercio predatorio “usa e getta”.

"Eco-turisti" in battello in Amazzonia

“Eco-turisti” in battello in Amazzonia

Sono circa un migliaio – osserva Emanuela con la sua voce chiara – le persone coinvolte e 200 di loro sono direttamente attive nel lavoro. Quasi una “missione”, la sua, non senza difficoltà, ma con belle soddisfazioni umane e professionali.

Dopo vent’anni di vita amazzonica si lascia a una confidenza: “Non c’è molto di romantico, la foresta è dura. Mi mancano gli affetti, ma per accompagnare il percorso delle persone bisogna essere qui con loro”.

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