Sci da fondo, quando Boninsegna diventò “Nynsen”

Luciano Boninsegna, falegname di professione, alla fine degli anni ’60 cominciò a costruire prima sci da discesa, poi quelli da fondo, nella falegnameria dove lavoravano anche i fratelli Pierino, Dario e Roberto

Ci fu un periodo nel quale in una piccola bottega di Imer le abili mani e le menti creative di quattro fratelli realizzavano degli sci da fondo di prima qualità. La storia degli sci Nynsen e della famiglia Boninsegna che li produceva è una delle più belle avventure imprenditoriali che la valle di Primiero ha da offrire.

Il cuore della storia abbraccia due decenni, gli anni ’70 e ’80, ma le sue lunghe mani giungono fino ai giorni nostri.
Tutto nacque con Luciano Boninsegna, falegname di professione, che alla fine degli anni ’60 cominciò per hobby a costruire prima sci da discesa, poi quelli da fondo, nella falegnameria dove lavoravano anche i suoi fratelli Pierino, Dario e Roberto.

I primi modelli venivano realizzati completamente in legno, utilizzando alberi leggeri come il pioppo, l’abete e la betulla.

Ad inizio anni ’70 anche Roberto entrò a far parte della produzione, e allo stesso tempo venne introdotto l’utilizzo di nuovi materiali: assieme al legno veniva usata la plastica e successivamente si aggiunse anche la fibra di vetro. Da un’attività cominciata per pura passione nacque un vero e proprio lavoro.

La produzione crebbe esponenzialmente dalle poche decine dei primi anni alle migliaia degli anni ’80, rendendo necessaria l’assunzione di alcuni dipendenti. Contemporaneamente allo sviluppo del mercato si operò un cambio di denominazione. Nei primi tempi, infatti, gli sci venivano venduti con il marchio “Boninsegna”.

Il mercato italiano richiedeva però nomi stranieri e maggiormente riconoscibili, così a metà anni ’70 il nome mutò nel più internazionale “Nynsen”, sfruttando l’assonanza con la parte centrale del cognome di famiglia. La fama degli sci si allargò presto a tutto il nord Italia. Le vendite andavano molto bene soprattutto in Lombardia, Veneto e Piemonte. Molte società fondistiche nazionali acquistavano gli sci, importanti aziende del settore commissionavano dei prodotti che poi rivendevano con il loro marchio e si interessarono anche alcune aziende americane, anche se poi l’operazione non andò a buon fine.

Venivano prodotti due modelli da gara e due modelli da turismo, di varie misure, tutti adatti alla tecnica di passo alternato. La lungimirante attività si concluse nel 1987. La concorrenza delle grandi ditte divenne spietata, offrendo prezzi troppo bassi che la piccola impresa di Imer non riusciva a pareggiare, e ci furono inoltre delle persone che non saldarono i propri debiti con l’azienda.

Gli sci Nynsen non hanno però smesso di sfrecciare. Come ogni anno una delegazione primierotta era presente lo scorso weekend alla Marcialonga Story in Val di Fiemme, mentre questo sabato a Imer va in scena la gara che vuole celebrare quella splendida illuminazione imprenditoriale.

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