In Val Rendena si celebra la tradizione di San Valentino

Il “bacio alla reliquia” di San Valentino da parte dei fedeli – fotoservizio GiannI Zotta

Il 14 febbraio, mentre in ogni angolo del globo San Valentino diviene il simbolo degli innamorati, in Val Rendena il santo di Terni, martirizzato nell’anno 273, viene celebrato in una maniera decisamente diversa, più legata alla tradizione e al territorio, senza cene al ristorante o biglietti infarciti di dichiarazioni d’amore.

È da lui infatti che trae il suo nome la Val di San Valentino, nel cuore del Parco Naturale Adamello Brenta, così come la piccola chiesetta alpina che, a 903 metri sul livello del mare, domina la vallata dalle pendici del monte Nizzone. Un’antica e suggestiva cappelletta che per due volte all’anno, il 14 di febbraio appunto e la quarta domenica d’agosto, ospita la tradizionale messa seguita da un conviviale rinfresco e diventa la meta di tutti gli abitanti della zona, raccogliendo a sé le comunità di Vigo Rendena, Darè e Javrè nel nome di un’antica usanza mantenuta in vita dalla Compagnia del Roft di Javrè.

 

La chiesetta alpina di San Valentino
La chiesetta alpina di San Valentino

“Cerchiamo di portare avanti le ricorrenze di una volta, un impegno che ho ereditato direttamente da mio padre”, racconta a Vita Trentina Daniele Valentini, vicepresidente della Compagnia e tra i coordinatori della festa che anche quest’anno ha accolto oltre 180 persone: “Si tratta di proseguire sul solco di una tradizione quasi famigliare, dopo che una decina di anni fa mio padre ha deciso di far andare avanti noi giovani, così io mio occupo di organizzare con il parroco, don Marcello Mengarda, gli altri fanno la spesa e organizzano il rinfresco, per animare la festa e accogliere tutte le persone che arrivano, anche da fuori”.

L’organizzazione logistica non è sempre agevole a certe altitudini, almeno per quanto riguarda la ricorrenza invernale, ma Valentini non si scoraggia: “Noi il 14 febbraio ci siamo con qualsiasi tempo, puliamo la chiesetta, se è prevista neve andiamo a buttare fuori il sale. Quest’anno la sera prima ha nevicato, ma fortunatamente è stata solo una spolverata e la mattina dopo la strada era perfetta, così tanta gente è potuta venire anche a piedi”

 

La celebrazione della Messa nella chiesa di San Valentino, il 14 febbraio 2020
La celebrazione della Messa nella chiesa di San Valentino, il 14 febbraio 2020

Proprio l’affluenza sempre numerosa anche dei giovani della valle funge da stimolo per continuare a tenere viva la celebrazione, che culmina con il bacio alla reliquia del Santo e l’esposizione della statua di San Valentino scolpita dall’intagliatore Francesco Kosteller nel 1664, unico pezzo a salvarsi dal saccheggio che nel 1979 spogliò la chiesetta del suo storico altare e della pala dorata che lo ornava. Restano però gli storici affreschi, realizzati nel 1539 da Simone Baschenis de Averara, che fanno da stupenda cornice alle celebrazioni. “La prossima, la quarta domenica di agosto, nasce dalla tradizione di festeggiare il rientro dalle malghe e segnare la chiusura della fienagione nei pascoli alti”, conclude Valentini, dando appuntamento alla comunità con il San Valentino “rendenero”.

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