Cuba, l’insofferenza dei giovani

L’Havana (Cuba: )

Un migliaio di medici e infermieri cubani sono stati cacciati nei giorni scorsi dalla Bolivia del governo golpista che ha cacciato Evo Morales. Il fenomeno dei tantissimi medici che hanno studiato e si sono specializzati a Cuba e che poi sono trasmigrati altrove –in un misto di disponibilità professionale e di volontariato-  perché nell’isola l’offerta eccede la disponibilità di posti è una caratteristica molto importante –e sottovalutata: se ne parla pochissimo- del sistema politico e sociale complessivo dell’isola caraibica.

Attesta in modo difficilmente confutabile che i diritti sociali a Cuba sono garantiti da sempre, eccome, e in alcuni settori in maniera eccellente. L’ambito sanitario cubano non ha uguali in tutto il Centro e il Sudamerica, si tratta di un sistema sanitario universalistico e gratuito, cosa sorprendente in un’area sottoposta a decennali angherie economico-finanziarie, eppure è così fin dai primi anni successivi alla rivoluzione castrista iniziata il 1 gennaio 1959. La medesima cosa vale per il sistema scolastico che sarà scalcagnato quanto si vuole –per cronica mancanza di mezzi- ma almeno garantisce a tutti la possibilità di studiare, garantendo a tutti un’istruzione di base sicura e facendo emergere i migliori.

Dal sessantenne Miguel Dìaz-Canel (con la sua presidenza a Cuba, un paio d’anni fa, si è interrotta la dinastia egemonica dei Castro) non ci si devono aspettare grandi cambiamenti, la sua storia di burocrate di lungo corso del partito comunista cubano non glielo consente per educazione ricevuta e nemmeno per fantasia. Cuba avrà tutti i difetti possibili e riscontrabili (ad esempio nel campo dei diritti civili e politici) però in nessun altro Paese sudamericano i diritti sociali continuano ad essere portati avanti con tenacia e perseveranza. Il diritto alla salute, all’istruzione e un minimo di quello che si chiama sistema di welfare è comunque garantito a dispetto di embarghi e crisi economiche cicliche. D’accordo, la libreta, la tessera annonaria con cui ogni famiglia riceve gratuitamente un paniere alimentare, è inadeguata a garantire uno stile di vita dignitoso. Le persone si ingegnano con l’arte di arrangiarsi in mille piccoli “mestieri” per arrivare a fine mese. Una caratteristica degli ultimi tempi è il sorgere spontaneo un po’ ovunque di una piccola imprenditorialità nelle creazioni produttive e nelle arti, un fervore che certamente va nella direzione di quell’economia mista auspicata da molti e che potrebbe garantire una crescita economica indispensabile per uscire dalle secche della povertà (povertà, non indigenza).

Dove il regime cubano latita da sempre è quello –come si diceva-  dei diritti civili e politici e questa è senza dubbio una grave illibertà che lo connota, appunto, come regime, un qualcosa che lo distanzia mille miglia dalle democrazie che garantiscono l’habeas corpus (le garanzie di libertà per ogni persona in quanto tale). Non si comprende, ad esempio, come si continui ad insistere cocciutamente sul monopartitismo. Perché non preparare libere elezioni –finalmente-  in grado di garantire quel pluralismo politico-partitico tanto auspicato? Se il partito comunista cubano ha operato per il bene della gente e non c’è dubbio che pur in mezzo a tantissime difficoltà imposte dall’embargo esiste ancora una certa diffusa sintonia tra l’apparato statale e la gente – tra il paese legale e il paese reale-  perché allora temere libere consultazioni in grado di appurare il grado di consenso che il “potere” riesce a riscuotere?

In via di declino o addirittura tramontata la generazione che aveva vissuto la rivolta dei barbudos della Sierra Maestra contro la dittatura di Fulgenzio Batista, oggi a Cuba sono soprattutto i giovani ad essere insofferenti di una chiusura che sa di asfittico e di intollerante. Sono loro, i giovani, abituati ormai a “respirare” le arie temperate dei modelli occidentali per quanto riguarda le libertà e i diritti delle persone. Prima se ne rende conto l’establishment meglio sarà per Cuba, per una prospettiva che sappia coniugare giustizia sociale e libertà fondamentali.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina