La tanica che racconta la quarantena di Pomarolo

La tanica appesa a Pomarolo da Tommaso Gasperotti durante il lockdown

Tommaso Gasperotti, giornalista trentenne, il 18 marzo – in pieno lockdown – ha messo a disposizione una tanica appesa fuori dal cortile di casa sua, affacciata su via del Pionte a Pomarolo, come fosse una cassetta delle lettere, sperando che i compaesani vi affidassero le loro riflessioni. Esattamente due mesi dopo, il 18 maggio, ha aperto il contenitore. Ne è uscito uno variopinto ritratto dell’isolamento con  una trentina di messaggi, accomunati da un forte sentore di speranza e senso di comunità.

tanica pomarolo
Tommaso Gasperotti ha aperto la tanica della quarantena dopo due mesi: ecco cosa ha trovato

“L’idea mi è venuta all’improvviso durante la fase 1”, racconta Gasperotti. “Volevo raccogliere piccole testimonianze che potessero diventare memoria di paese”. Come urna ha scelto una tanica recuperata in cantina, e l’ha fatta penzolare davanti al portone di casa, in una via di passaggio obbligato verso il negozio di alimentari, la farmacia e il tabacchino.

L’idea è piaciuta subito soprattutto ai giovani del paese. Il Circolo Plf  ha accompagnato l’ideatore nell’iniziativa e Barbara Adami, 21 anni, si è proposta di promuoverlo e di attivare un indirizzo di posta elettronica: dopo 60 giorni ha raccolto una decina di mail. Grazie ai social, la tanica dei messaggi di Pomarolo è stata replicata anche ad Avio, Volano, Brentonico, Rovereto e – addirittura – Granada in Spagna.

In generale, nel periodo più duro della pandemia, gli abitanti di Pomarolo hanno voluto comunicare soprattutto speranza e solidarietà. Alcune mamme hanno riflettuto sull’importanza dei legami famigliari, un altro ha imbucato una frase dello scrittore inglese Thomas Hardy. Un anziano classe 1939 ha ammesso di essere stufo di stare a casa, ma ha voluto ringraziare i suoi figli. “Nel collage c’è spazio anche per messaggi complottistici, un anagramma della parola ‘Covid’. Ci sono anche arcobaleni di bambini e gli auguri di buona Pasqua dei comandanti di Alpini e vigili del fuoco”, spiega Tommaso Gasperotti.

Alcuni dei messaggi lasciati dagli abitanti: sparpagliati sul tavolo, con calligrafie e supporti diversi sembrano un mosaico colorato

Dalle confidenze anonime pescate tra i 2.500 residenti emerge anche l’apprezzamento per la natura che circonda il paese, riscoperta quando la libertà di movimento era compressa entro i confini comunali. “Sono itinerari dimenticati, come quelli verso Servis, Savignano e Castelbarco, che meriterebbero di essere valorizzati”.

Gasperotti ora vorrebbe trasformare questi contenuti in memoria comunitaria. “Mi piacerebbe farli leggere  a voce alta dai miei concittadini e creare magari un’installazione multimediale durante ‘Le cort en festa’. Anche un libro e una mostra – conclude – potrebbero servire a raccontare questi 60 giorni di quarantena che ci hanno toccato nel profondo”.

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