Materne, il 36% delle famiglie ha fatto richiesta

Scadevano ieri, venerdì 5 giugno, i termini per i genitori per comunicare l’interesse a far proseguire e concludere l’anno scolastico ai figli con la ripresa della frequenza nelle scuole dell’infanzia trentine.

Una raccolta di adesioni rapida, che si è dovuta svolgere in soli 3 giorni vista la ripartenza prevista già dall’8 in poi, qualora le scuole fossero pronte a riaprire, ma che ha interessato più del 36 % delle famiglie trentine. Un numero considerevole quello comunicato oggi dal Servizio Infanzia della Provincia, che dovrebbe consentire di esaudire la gran parte delle richieste pervenute e per il quale l’assessore Bisesti ha espresso soddisfazione. Il Trentino infatti è la prima provincia in Italia a riaprire i nidi e le scuole dell’infanzia, dopo un lungo lavoro organizzativo che ha partorito uno stringente protocollo di sicurezza.

La palla passa ora alle scuole e ai loro coordinatori pedagogici, che sono chiamati a definire in particolare il numero di gruppi di bambini attivabili e, conseguentemente, il numero di domande effettivamente accoglibili da ogni struttura.

Visti i tempi strettissimi non sembrano essere molte però le scuole in grado di riaprire già dall’8, alla luce delle critiche al provvedimento mosse nei giorni scorsi dalla Federazione delle Scuole materne, che ha evidenziato le problematiche che le strutture si trovano a dover affrontare in pochi giorni e ha chiesto alla Provincia di riconsiderare la data delle riaperture.

Non ci sono le condizioni per offrire la possibilità a tutti i bambini di accedere al servizio scolastico e questo snatura la mission istituzionale della scuola dell’infanzia trasformandola di fatto in un servizio di conciliazione per poche famiglie e per pochi bambini”, scrive la Federazione: “Il fatto di aver potuto disporre solo il 03 giugno, del “Protocollo salute e sicurezza nelle scuole – COVID-19 scuole dell’infanzia (3-6 anni)” – nuova denominazione delle “Linee di indirizzo per la tutela della salute e sicurezza per le scuole dell’infanzia” – ha costituito, e costituisce tutt’ora, un elemento di evidente difficoltà nella definizione di tutti gli aspetti organizzativi necessari e funzionali a una ripartenza in sicurezza con riferimento sia ai bambini e alle loro famiglie sia al personale”.

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