Gesù rompe gli argini

A volte sembra un paradosso: perdere per trovare, morire per nascere, passare dalla porta stretta, porgere l’altra guancia, essere umili e miti… anche nel Vangelo di questa domenica c’è qualcosa di apparentemente strano. Gesù è così: ci stimola spesso a cambiare prospettiva. Ci invita ad essere come lui, anche se non è proprio la cosa più facile del mondo. Illustrazione di Lorena Martinello

Domenica 5 luglio – XIV domenica del tempo ordinario A

Zc 9, 9-10; Sal 144; Rm 8, 9. 11-13; Mt 11, 25-30

«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli». (Mt. 11,25) Comincia così il Vangelo di questa quattordicesima domenica ordinaria. E’ un grido di stupore di Gesù, perché la sua proposta di un modo nuovo di intendere la fede viene rifiutata proprio da persone ritenute intelligenti e sapienti. Da una parte c’è Lui, Gesù, col suo annuncio, dall’altra coloro che pensano di conoscere alla perfezione cosa vuol dire credere e che per questo lo ostacolano in ogni modo; poi ci sono i poveri, gli emarginati, i peccatori, forse anche i miscredenti. Sono lì ad accoglierlo. Gli esperti teologi (scribi e farisei) si mostrano ben lontani dal modo di pensare di Gesù, anzi lo considerano pericoloso e blasfemo perché non corrisponde alla tradizione.

E’ una situazione non troppo lontana dal modo di intendere la religione oggi da parte di non pochi credenti. Gesù ha messo in gioco tutto se stesso, persino la sua vita per le grandi questioni dell’umanità: la libertà, la giustizia, la pace, l’amore e soprattutto Dio, il Padre. Ma oggi, per queste grandi questioni, quanti sono disposti a mettersi in gioco? Oggi è il tempo in cui le questioni non devono assorbire troppa fatica; è il tempo delle mediazioni, degli equilibri programmati. Il Vangelo sembra a non pochi una esagerazione, un qualcosa di non realizzabile. In fondo (così pensano molti cattolici) la religione chiede poco all’uomo. «Essa è pronta ad offrire conforto, ma non ha il coraggio di provocare, è disposta a fare discorsi edificanti, ma non ha l’ardire di spezzare gli idoli, di mandare in frantumi la dura insensibilità».

E’ ancora per molte donne e uomini un evento per cui vale la pena di impegnarsi a fondo? Franco Garelli, un bravo sociologo cattolico, ha più volte messo in evidenza la fatica del credere nel nostro tempo. Ha scritto un volume dal titolo significativo: «Piccoli atei crescono»: forse non si crede importante educare ai valori trasmessi da Gesù. Nel volume «Gente di poca fede» ha messo in evidenza come per più della metà degli italiani la fede è un fattore che richiama la tiepidezza e addirittura «un elemento freddo o assente». Gesù esclama: «Tutto mi è stato dato dal Padre mio». E’ questo che ci deve dare forza e coraggio. Gesù non è proprietà di nessuno, continua a rompere gli argini, ad apparire il Signore della storia.

Vi ricordate il Concilio Vaticano II? Non è forse vero che i primi entusiasti erano quelli un poco (e alle volte tanto) lontani dalla Chiesa? Non è forse vero che persino preti e vescovi hanno storto il naso davanti alle idee nuove che portava? E non è forse vero che sono molti oggi a ostacolare Papa Francesco nel suo sforzo di rinnovamento? Non a caso ha riconosciuto il valore di due grandi preti: don Primo Mazzolari e don Lorenzo Milani, considerati pericolosi e forse anche un poco eretici dalle gerarchie ecclesiali del tempo. «Tutto mi è stato dato dal Padre mio», e il Padre abita il futuro, non si attarda sui saccenti che guardano volentieri indietro. Il Padre parla attraverso tutto e tutti.

Ancora Gesù stupisce e dona la grandezza del suo amore: «Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò». Si riferisce non solo a chi fa fatica a vivere, ma ancor più a chi si sente schiacciato dalle complicate prescrizioni della legge giudaica e smarrito di fronte alla dottrina dei rabbini. Gesù invita a imparare da lui, dal suo modo di amare, perché l’amore è l’unica legge. Le idee di solito dividono, il cuore invece unisce. E il cristianesimo è la religione dell’amore, che è la via verso la verità.

Riusciamo a mettere in discussione le nostre idee religiose per aprirci alle sorprese di Dio? Sappiamo ascoltare tutti, anche coloro che sono lontani dalle nostre idee?

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