I pellegrinaggi alla prova del Covid

Giovani trentini in un pellegrinaggio degli anni scorsi in Terra Santa

Aerei fermi, trasporti difficoltosi, frontiere chiuse in entrata e in uscita. La pandemia in pochi mesi ha frenato e stravolto i viaggi all’estero e pure la modalità classica dei pellegrinaggi ha subito una brusca battuta d’arresto: iscrizioni congelate e poi sospese, inevitabili punti di domanda.
Anche il programma 2020 della diocesi di Trento, ricco e vario come sempre, è stato via via “tagliato” di molte mete, ma il Servizio diocesano ha preso in mano la situazione d’emergenza per guardare in modo nuovo al futuro, come ci spiega il delegato vescovile don Cristiano Bettega: “In questi giorni saremmo dovuto partire con un gruppo per l’Albania. Abbiamo comunicato agli iscritti che non ci sono le condizioni per realizzarlo – continua don Bettega, che aveva inserito questo pellegrinaggio dentro il progetto di collaborazione trentino-albanese avviato dal Centro Missionario – Lo riproporremo il prossimo anno. Più in generale possiamo dire che dopo l’ondata globale della pandemia a risentirne è l’idea stessa di un pellegrinaggio lontano, in tempi in cui lo scenario sociale è molto cambiato, non è sereno”. Non solo perché la crisi “morderà” anche nei prossimi mesi, la possibilità di viaggiare si riduce e altre esigenze affiorano: “La riflessione che stiamo proponendo è quella di valutare com’è possibile vivere la dimensione spirituale del pellegrinaggio come cammino verso gli altri, dedicandosi alle realtà vicine. Penso alla scelta di farsi pellegrini, andando a visitare il vicino di casa o il mio compaesano che si trova in stato di bisogno o di solitudine. Mentre rinunciamo ai pellegrinaggi, quest’estate possiamo riscoprire forme nuove”. Accanto ai percorsi di carità, possono esserci anche forme cammino personale o familiare (come già è stato proposto a inizio luglio per la tradizione ricorrenza dell’alpinista Frassati) in grado di lasciare il segno.
Fra i pellegrinaggi annullati anche quello giovanile di fine luglio in Terra Santa: “Ci ha colpito il fatto che molti dei cento ragazzi iscritti abbiamo raccolto l’invito a lasciare liberamente come offerta per i poveri della Terra Santa anche una piccolissima parte dell’iscrizione che avevano già versato”, comunica don Cristiano. Un gesto significativo (nel riquadro i dettagli) che rappresenta già una “riconversione” del programma stabilito da tempo.
Sul calendario autunnale restano al momento confermati “salvo contrordini” legati all’evoluzione della pandemia l’itinerario verso Santiago tra settembre e ottobre e il pellegrinaggio di meta novembre in Terra Santa.
Per quanto riguarda i pellegrinaggi trentini, quello degli anziani e pensionati è stato confermato nella data del 12 settembre ma nella modalità a distanza: ovvero con una celebrazione con don Piero Rattin dalla Comparsa e diffusa attraverso lo streaming
Si è dovuto disdire il pellegrinaggio dei primi di settembre in aereo a Lourdes (nel santuario francese la ripresa sarà molto prudente e graduale, come si è detto questa settimana in Francia in un convegno di due giorni al quale ha partecipato come assistente dell’Unitalsi anche mons.Luigi Bressan), ma in diocesi si sta progettando comunque una proposta mariana a distanza nei giorni d’inizio settembre in cui la diocesi sarebbe stata a Lourdes, per mantenere il collegamento anche con gli ammalati e i gruppi locali.
Tra i pellegrinaggi annullati, non senza dispiacere, anche quello dei primi d’agosto da Sanzeno a Senale per iniziativa del Gruppo ecumenico Samuele. “Era un appuntamento atteso, di respiro ormai diocesano – sottolinea don Cristiano – che partiva all’alba dalla basilica dei Martiri come proposta diocesana. Per il futuro vorremmo pensare a qualche altra proposta per valorizzare il santuario di Sanzeno come luogo di pellegrinaggio, anche su desiderio dell’Arcivescovo che a San Vigilio ha confidato il suo “sogno” a proposito.
Se sarà un’estate senza pellegrinaggi, insomma, non sarà senza pellegrini e senza un’attenzione a ripensare per il futuro – comunque condizionato dal rischio contagio – la programmazione annuale. Con qualche data in meno e proposte alternative comunque in grado di ricordare all’uomo del nostro tempo l’esigenza di mettersi in movimento (anche stando fermo) per saper guardare dentro se stesso e, alla luce della Parola, guardare in modo nuovo agli altri.

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