La musica universale di Jmt conquista i social

Jmt, nome d’arte di Giacomo Turra, in concerto

Di “risposte creative” e storie di chi, tramite il web, è riuscito a trovare un risvolto positivo alla recente quarantena, in questi ultimi mesi ne abbiamo sentite tante.

Quella di Giacomo Turra, in arte JMT, parte però da molto tempo prima. Il giovane musicista trentino infatti non aveva certo aspettato le limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria per caricare i video delle sue esibizioni sui social, ma è stato durante il lockdown che, dalle alcune migliaia di follower che lo seguivano, i suoi profili social sono letteralmente esplosi, fino a raggiungere ad oggi oltre 50 mila persone in tutto il mondo.

Un successo dalle proporzioni inaspettate, che ha portato la musica di Jmt a varcare ogni confine e restrizione, con proposte di concerti e collaborazioni dagli Stati Uniti, dal Regno Unito e dal Sudamerica, e che non è soltanto frutto della riscoperta dei concerti “virtuali” sul web. “Da circa un anno ho iniziato a condividere una serie di brevi video in cui suono dei brani miei o delle cover di altri artisti direttamente dalla mia camera, ma è stato durante la quarantena che ho trovato la formula migliore”, racconta Giacomo Turra: “A suscitare interesse sono stati soprattutto i video in cui facevo delle loop, costruendomi tutto l’arrangiamento da solo, andando sopra alle parti già registrate e riprodotte in sequenza continua: prima la batteria, poi il basso, la chitarra ed infine la voce”.

Alla base della recente fama del giovane musicista trentino quindi ci sono prima di tutto il talento e la creatività, che la voglia di musica di questo lungo periodo senza concerti ha fatto emergere con merito. È così che gli interessanti arrangiamenti e le scelte non scontate di brani funk o R’n’B degli anni ‘70, hanno attirato l’attenzione degli utenti dei social, in primis di Instagram: “Credo però che sia stata apprezzata soprattutto la spontaneità: nei miei video, pur curando molto la qualità, sono semplicemente un ragazzo che canta le canzoni che scrive e quelle che gli piacciono”, ci confessa Turra, che studia arte all’Università di Bolzano e, a soli 23 anni, grazie alle collaborazioni che sta stringendo con alcuni importanti marchi della musica, sta iniziando a pensare di poter vivere di questo mestiere. Jmt infatti ad ottobre, pandemia permettendo, sarà negli Stati Uniti, ospite del marchio newyorkese di chitarre D’Angelico, per cui presenterà gli strumenti in una prestigiosa fiera di settore. “Dopo il Covid il mondo della musica è molto cambiato ed è necessario rivolgersi sempre di più all’online, ma voglio continuare a portare avanti il mio percorso da musicista – continua -. Spero che dai social la voce si sparga anche nel “mondo vero”, per riuscire ad organizzare un po’ di concerti non appena si potrà tornare a farli”.

Perché alla base della musica di Jmt c’è comunque un forte legame con il territorio, quello trentino in particolare, che lo ha adottato da più di 15 anni. Milanese di nascita, Giacomo Turra ha dedicato a Trento uno dei suoi ultimi singoli, dal titolo Spring (Homebound): “Un pezzo che parla della città durante la quarantena, per realizzarlo ho utilizzato dei rumori registrati in città la mattina presto, che di solito non si riescono a sentire per via del traffico e della gente in giro”. Ma la musica di Jmt guarda anche a valori alti, come l’umanità e l’apertura verso l’altro, contro ogni forma di razzismo e odio, tema di “Open your heart”, scritta con l’artista nigeriano Lewisland, che è tornata attuale assieme al movimento Blacks Lives Matter. A riprova di quanto poco contino i confini, quando si parla il linguaggio universale della musica.

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