“Luna Park Alpi? La montagna si difenderà da sola”. Egidio Bonapace domani agli Incontri Tra/Montani

Egidio Bonapace gestore in val Rendena del “Rifugio Segantini”

“Quando parlo di ‘Luna Park Alpi’ mi riferisco ad alcuni eventi organizzati in montagna di recente come quello con disc jockey sul Monte Spinale a Madonna di Campiglio o all’evento a Plan de Corones con qualche cantante di grido; soprattutto però mi riferisco a quello che è successo quest’estate alla luce della pandemia da coronavirus con le molte persone che si sono riversate in montagna creando gradi file, come alle funivie di Passo Pordoi, al Ponte sospeso di Val di Rabbi e sulle stesse ferrate e sui sentieri, soprattutto nei fine settimana”.

Le parole sono di Egidio Bonapace, già parte dell’Accademia della Montagna e gestore in Val Rendena del “Rifugio Segantini”, che interverrà agli “Incontri Tra/Montani” nella mattinata di sabato 3 ottobre.

Se da un lato, sottolinea Bonapace, l’idea che in montagna ci fosse più spazio aperto, è stata infatti vincente – e per questo a fruirne è stato anche chi, normalmente, sceglieva di andare in ferie al mare o all’estero – dall’altro questa frequentazione “inedita” ha portato con se alcune problematiche: “Non avendo l’abitudine ad andarci c’era chi raggiungeva il rifugio perdendo le suole perché portava scarponi inutilizzati da anni. Ci sono stati inoltre molti più interventi del soccorso alpino per scivolate o incidenti banali sui sentieri”, precisa Bonapace.

Nei weekend, commenta ancora il gestore, i rifugi hanno fatto fatica a mantenere il distanziamento sociale; ci si è arrivati col servizio nei tavoli esterni.

“La montagna si è sviluppata più in senso trasversale che verticale: oggi c’è meno gente che arrampica e più che cammina. Una volta il rifugio non era il punto di arrivo ma di partenza per le ascensioni. Ma non va dimenticato che resta comunque un ambiente severo: occorre avere con sé nello zaino tutta l’attrezzatura che serve per accedervi e per affrontare i repentini cambi del meteo, soprattutto nel mese di luglio”, conclude Bonapace. “Alla fine la montagna si difenderà da sola: con il venire meno della pandemia una gran parte del nuovo tipo di frequentatori probabilmente rinuncerà a ritornarvi, tranne coloro che si saranno veramente riappassionati”.

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