Carcere di Trento, la Garante dei diritti dei detenuti Menghini: “Serve una progettualità di lungo respiro”

La Garante dei diritti dei detenuti presenta la relazione 2019 nella Sala Rosa della Regione a Trento

Rinforzare l’area educativa, dare attuazione al Piano locale per la prevenzione dei suicidi, realizzare il centro diurno per il disagio psichico, incrementare le risorse per occupare per più tempo i detenuti nelle attività lavorative. Sono le indicazioni della Garante dei diritti dei detenuti per la Provincia di Trento, la prof. Antonia Menghini, che ha presentato oggi ai consiglieri provinciali e alla stampa la sua relazione annuale sul carcere di Trento.

Menghini ha ricordato il difficile inizio del 2019, dopo che l’anno precedente si era concluso con la drammatica rivolta seguita al suicidio di due detenuti che ha reso necessario riparare i gravi danni alla struttura e adottare provvedimenti incisivi per evitare il verificarsi di altre tragedie, ma ha fatto cenno anche all’emergenza sanitaria dovuta a Covid-19 a partire dal mese di marzo 2020, affrontata da parte dell’Azienda sanitaria provinciale e dalla Direzione di Spini in maniera “precisa, puntuale ed efficace”.

I dati, riferiti al 2019, dicono di una realtà che presenta ancora numerosi aspetti critici. Tra le priorità, l’individuazione di maggiori opportunità di lavoro sia dentro il carcere sia fuori: nel 2019 l’occupazione dei detenuti ha subito una flessione del 35% rispetto al 2018. “Il lavoro – ha rimarcato Menghini – incide in modo assolutamente positivo sul tasso di recidiva”. L’investimento sul fronte del lavoro porta frutto anche per la società: “Un reinserimento riuscito ha un ritorno in termini di sicurezza per il territorio”.

La casa circondariale di Spini di Gardolo, ha osservato Menghini, ha bisogno di continuità di direzione e di comando, per una progettualità di lungo respiro (in dieci anni si sono succeduti otto direttori, di cui alcuni a scavalco: è il caso dell’attuale, Anna Rita Nuzzaci).

Ai consiglieri provinciali – c’erano Katia Rossato, Paola Demagri, Sara Ferrari, Alessia Ambrosi, Paolo Ghezzi, Alessandro Savoi, Ivano Job, Lorenzo Ossanna e Roberto Paccher – la Garante ha rivolto l’invito a visitare di persona la casa circondariale di Spini di Gardolo.

Alla presentazione della relazione della Garante erano presenti anche il Vicecomandante della polizia penitenziaria, Riccardo Salvi, e Gianna Morandi, Difensore civico.

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