Giorgio Grigolli, padre dell’autonomia trentina

Giorgio Grigolli, visto da Giorgio Romagnoni, nelle nostre “Vite Trentine”

Sono passati quattro anni dalla scomparsa di Giorgio Grigolli (21 dicembre 1927 – 8 novembre 2016), ma non si affievolisce il ricordo di un personaggio che ha legato la sua vita all’impegno politico in Trentino come in Italia. Nel 1958 assunse il ruolo di segretario provinciale della Democrazia Cristiana, che ricoprì fino al 1973, anno in cui viene nominato segretario regionale. È stato inoltre consigliere regionale per quasi vent’anni dal 1964 al 1983; fu presidente della giunta provinciale dal marzo 1974 al marzo 1979.

Abile politico in grado di dialogare in modo ottimale con Roma in anni cruciali per la neonata autonomia trentina, con un occhio di riguardo per le nostre periferie in quegli anni troppo spesso dimenticate; si pensi alla “questione ladina” che vide Grigolli protagonista in val di Fassa o a quella dell’uranio nel 1978 in val Rendena.

“Giorgio Grigolli è storia delle istituzioni dell’autonomia speciale trentina”, il ricordo dell’allora presidente del Consiglio provinciale, Bruno Dorigatti. “Alla guida dei governi regionale prima e provinciale poi, fu uno dei primattori sulla scena di un Trentino che seppe affrontare le fasi calde del cambiamento economico e sociale, le sfide poste dalle lotte sindacali e del movimento studentesco, nonché le problematiche legate alla corretta declinazione dello Statuto di autonomia e quindi al rapporto tra Trento e Bolzano. La nostra terra ne uscì imboccando il sentiero della crescita e Grigolli fu parte importante di questo risultato. Di specchiata onestà, da tutti riconosciuta, interpretò con grande coerenza l’impegno del cristiano in politica e l’esercizio della politica come servizio, secondo la migliore lezione degasperiana”.

Forte il suo impegno giornalistico, redattore dell’Adige dal 1952 ne diventa poi vicedirettore responsabile nel 1967. Legato a filo diretto con il nostro settimanale e con la radio diocesana Trentino inBlu. Grande appassionato sportivo è stato tra i fondatori della Marcialonga nel 1970 e presidente del Calcio Trento tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Novanta, tanto che il Comune nel 2018 gli ha dedicato la tribuna nord dello stadio Briamasco.

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