Anche l’Università di Trento chiede la scarcerazione di Zaki

Lo studente egiziano Patrick Zaki

Non si ferma la mobilitazione per Patrick George Zaki. Scende in campo anche la Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui), che ha scritto una lettera indirizzata alle autorità egiziane. Tra gli atenei che si sono spesi per l’appello, promosso assieme a “Scholars at Risk Italia“, figura anche l’Università di Trento.  La lettera, firmata dal presidente del Crui Ferruccio Resta, si rivolge in particolar modo al generale Abdel Fattah al-Sisi, chiedendo la scarcerazione dello studente egiziano, arrestato il 7 febbraio e sottoposto a torture. Si chiede anche che gli sia concesso “il permesso di aspettare il processo a casa con la sua famiglia, dove potrebbe anche riprendersi dalle sofferenze fisiche dopo molti mesi di detenzione”. La Crui manifesta anche preoccupazione “per la decisione adottata dal tribunale egiziano il 7 dicembre 2020 di prolungare la custodia cautelare di altri 45 giorni”. Zaki, infatti, come viene sottolineato più avanti, “soffre di asma ed è particolarmente a rischio in caso di esposizione al Covid-19 nel carcere di Tora”.

Zaki era arrivato in Italia nell’agosto del 2019, per frequentare a Bologna un master in studi di genere (“Gender Studies”). Il 28enne è anche impegnato nell’organizzazione per i diritti umani egiziana Egyptian Initiative for Personal Rights (EIPR). La lettera, spiegano i rettori delle università italiane, nasce dal dovere di difendere tutti quegli studenti che “portano avanti i loro progetti di ricerca con entusiasmo e impegno”.

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