In cammino con San Rocco: un nuovo sentiero a Mori e dintorni

È possibile che nei dintorni di Mori sia passato un santo? Questa domanda è stata la scintilla che ha fatto nascere l’idea di creare un cammino dedicato a San Rocco. “Ogni volta che andavo a camminare sui sentieri che circondano il paese mi sono chiesta tante volte perché anche noi qui in zona non abbiamo un cammino che valorizzi il nostro territorio”, spiega Antonella Perzolli, una delle prime ideatrici del percorso.

Gli ingredienti ci sono tutti: la natura, la bellezza dei paesaggi, i piccoli paesi e la gente accogliente. L’elemento spirituale non manca ed è molto attuale, infatti San Rocco è da sempre venerato come protettore dalle epidemie e protettore dei volontari. Il cammino collegherebbe tutti i capitelli, gli affreschi e le chiesette che raffigurano il santo, spesso abbinato a san Valentino: attualmente sono stati mappati 28 capitelli nell’area compresa tra Mori, la Val di Gresta e l’Altopiano di Brentonico. Il progetto è ancora tutto da sviluppare ma coinvolge tante persone e dimensioni diverse: infatti oltre che trovare i capitelli, dovranno essere individuati i sentieri e verificati, con l’aiuto della Sat, affinché siano percorribili.

Il “Cammino di San Rocco” è solamente una delle azioni che sta prendendo forma in seguito alla creazione di una mappa di comunità denominata “GenerAzioni GenerAttive – GenGen”, progetto di sviluppo di comunità coordinato da ATAS onlus, finanziato dal Terzo Bando Welfare a Km Zero della Fondazione Caritro e sostenuto dalla Fondazione Demarchi. Patrocinato dal Comune di Mori e supportato dal Parco Naturale Locale del Monte Baldo, vi collaborano la Comunità della Vallagarina, l’Apt, l’Azienda Naturgresta, Circolo Arci Mori, Associazione giovanile BuonuMori, Ass Carnevale Tierno, Noi Oratorio, Collettivo Clochart, Albora Mori, Gruppo Arabo, PassapOrto, Pro Loco Mori Val di Gresta e la SAT.

La chiesetta di San Rocco, fuori dall’abitato di Castione

“GenGen vuole accompagnare la comunità di Mori nella scoperta della ricchezza, a volte nascosta, custodita nei suoi luoghi, nelle sue storie, nei suoi abitanti e nelle sue relazioni”, spiega Maddalena Natalicchio, una delle due operatrici di Atas Onlus che seguono lo sviluppo dell’iniziativa. “In collaborazione con le realtà già attive, vogliamo promuovere la partecipazione di persone di varie età e provenienza, ad oggi non ancora coinvolte nella vita comunitaria”, prosegue Natalicchio. “Temi prioritari sono intergenerazionalità, interculturalità, attivazione giovani, coinvolgimento cittadini non attivi”. Il riscoprire insieme diventa così occasione di incontro, condivisione e crescita per la comunità che, attraverso questo progetto, avrà la possibilità di trasformare “la straordinarietà del quotidiano” in proposte di valorizzazione del territorio, anche attraverso l’avvio di una sperimentazione di turismo di comunità.

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