È morto Sergio Ferrari, il “prof.” dell’agricoltura trentina

Sergio Ferrrari con il suo primo articoloo di Vita Trentina 40 anni fa (foto Vita Trentina)

È morto nel pomeriggio all’ospedale Santa Chiara di Trento, dov’era ricoverato da qualche giorno, il prof. Sergio Ferrari, decano dei giornalisti agricoli trentini e storica firma del settimanale Vita Trentina. Aveva 83 anni, molti dei quali dedicati con passione all’insegnamento e alla divulgazione in campo agricolo. Laureatosi in Agraria a Padova è stato uno dei fitopatologi e dei docenti più conosciuti dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, uno dei maggiori conoscitori delle malattie delle piante in Trentino.

Aveva abbinato ben presto un’intensa attività giornalistica che fin dal 1967 lo vedeva iscritto come pubblicista all’albo dell’Ordine regionale dei giornalisti. Risale al 30 marzo del 1980 il suo esordio sulle pagine del settimanale diocesano insieme al collega ed amico Giuseppe Michelon con una rubrica specializzata dalla testata significativa, di cui Sergio andava giustamente orgoglioso: “Agricoltura per tutti“.  La destinazione degli articoli anche ai “non addetti ai lavori” ed il ruolo di servizio di questa pagina settimanale hanno mostrato il loro valore e la loro tenuta anche al logorio del tempo, tanto che lo scorso 18 ottobre i due curatori hanno festeggiato 40 anni tondi di presenza sul giornale con 2 mila pagine, un record assoluto anche in campo nazionale. Con commozione avevamo brindato insieme in redazione a questa collaborazione così longeva e anche al sodalizio umano e professionale dei due esperti agricoli.

Sergio Ferrari aveva scritto per molte altre testate, anche nazionali, ed aveva collaborato anche con la RAI e con la Provincia autonoma di Trento, ottenendo vari premi da parte della stampa specializzata: era ricordato per lo zelo con cui approfondiva le notizie, per l’attenzione alle ricadute delle scelte tecniche sul mondo del lavoro agricolo e sull’ambiente, per la volontà di dare un contributo, talvolta anche critico, alle scelte della politica provinciale e nazionale. Anche nell’ambiente del giornalismo e della Fondazione Edmund Mach era conosciuto come “il prof” per la sua vocazione didattica.

Ma Ferrari era giornalista a tutto tondo, partecipe sempre con entusiasmo alle scelte della sua testata, come dimostrava ogni anno in occasione di convegni o trasferte insieme agli amici di Vita Trentina, sempre presente con la sua inseparabile macchina fotografica e con la sua insaziabile curiosità culturale. Ne sono testimonianza anche i suoi pezzi per “Strenna Trentina”.

All’adorata moglie Grazia ed agli amati figli Michele, Chiara e Paolo la vicinanza umana e cristiana della nostra redazione, degli amici collaboratori e – c’è da immaginarlo – anche dei tanti lettori di Vita Trentina.

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