La carezza dell’ironia per questi tempi difficili

Il Carnevale 2021 secondo il nostro vignettista Giorgio Romagnoni

Entriamo nel primo Carnevale della storia che ci costringe tutti a mettere una monotona mascherina. La stessa che ha difeso noi e protetto gli altri, ma che in questi mesi ci ha anche nascosto molti sorrisi reciproci. Fin dai tempi di Preti, Storti, Piccoli e Malfatti alla satira politica non mancano mai peraltro i cognomi con i quali divertirsi: prima il Conte rimasto senza Speranza, anche se in Bonafede, e adesso Giorgetti che non ha Spadafora per stimolare Draghi. Basta così, per non finire Di Maio… C’è poco da ridere, direte, ma in questi mesi logoranti ci siamo sostenuti gli uni e gli altri ricorrendo anche all’umanissima risorsa del buonumore: una battuta al momento giusto può avere l’effetto di una carezza, una risata di sollievo rinforza come un integratore di fiducia.

La retrospettiva di alcuni “Carnevali che furono” e l’allegra sfida organizzata online dalle Pro Loco trentine non ispirano solo nostalgia ma riportano al cuore una sanissima disposizione d’animo: vogliamo affrontare i tempi difficili attingendo ad uno sguardo positivo, cogliendo – per chi riesce – anche il lato paradossale e spesso comico di ogni condizione avversa, senza farsi sopraffare dalla deprimente chiusura in noi stessi. Vale soprattutto per i più giovani (il Papa lunedì ha parlato di emergenza, anzi di “catastrofe educativa”), ristretti ancora in stanze virtuali, resi più vulnerabili dalla solitudine e dai richiami online. Chiedono l’ossigeno di amicizie che crescono in un “abbraccio collettivo” e che si alimentano spesso di situazioni spassose, condivise. E durature perché tutti custodiamo a memoria le “frasi storiche”, le battute di un campeggio giovanile.

Non si parla qui dell’ironia forzata e stucchevole, della risata amara, falsa e sopra le righe: quella può far male. Un intelligente e sincero spunto d’ilarità può essere una medicina preziosa: “Un sorriso costa meno dell’elettricità, ma dona più luce. Sorridi! Il sorriso non è ancora aumentato di prezzo”, scriveva il missionario trentino don Walter Collini in un gioviale libretto sulla “profilassi spirituale e psicologica”.

Un tocco di empatica ironia può essere componente rara e preziosa in quella relazione di cura che il Papa approfondisce nel suo messaggio per la Giornata mondiale del malato (11 febbraio): “Una società è tanto più umana quanto più sa prendersi cura dei suoi membri fragili e sofferenti, e sa farlo con efficienza animata da amore fraterno – scrive il Papa – Tendiamo a questa meta e facciamo in modo che nessuno resti da solo, che nessuno si senta escluso e abbandonato”. Il valore della gioia vera (non dell’euforia effimera e cieca) è tema ricorrente nel magistero di Francesco che la indica anche per i “tempi ammalati”. “Nasce dalla Speranza di Cristo Risorto, quella che nessuno ci potrà togliere. È una gioia che ha l’ultima parola, sempre. È un augurio e la condivisione del sorriso è il primo piccolo, grande passo per sperimentarla”.

Non è un caso che Francesco anche nell’ultima udienza con i Focolarini  abbia voluto contrappuntare i suoi impegnativi richiami con una barzelletta finale.

Chi sa scherzare non si prende mai troppo sul serio e non c’è dubbio che anche nella nostra vita parrocchiale non guasterebbe qualche risata in più, liberandosi dal sacro timore di… esagerare. E pescando soprattutto nel baule dei costumi più difficili, quello dell’autoironia che c’impedisce il delirio d’onnipotenza e ci aiuta a coltivare l’umiltà evangelica. Conosciamo peraltro religiose simpaticissime nel regalarsi un… “Suorriso”, religiosi che schizzano vignette esilaranti, vescovi che sanno fare giochi di prestigio. Ma anche tanti laici che sanno ricambiare loro con esempi di una fede allegra e liberante, non seriosa e irrigidita.

Domenica scorsa in una chiesa trentina un prete ha cominciato l’omelia così: “Ci sono due persone famose al mondo che il 5 febbraio hanno compiuto gli anni. Uno è Cristiano Ronaldo, il campione della Juve. L’altro sono io”. E poi ci ha regalato una riflessione sul valore della vita che ha riscaldato anche i cuori, oltre all’atmosfera.

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