Pensi-line, luoghi d’incontro della comunità trasformati in gioielli artistici

La pensilina “condividere”

Spesso ci si dimentica della loro esistenza, ma nei giorni di pioggia ci si accorge di quanto siano necessarie. Le pensiline sono sempre lì, a riparare dalle intemperie il malcapitato viaggiatore. Il progetto “Pensi-line”, una delle azioni di un’iniziativa più ampia, “FuoriCentro: coltiviamo le periferie”, le ha riportate al centro della comunità, valorizzando il loro ruolo d’incontro e di socializzazione.

Queste infrastrutture, come raccontano gli organizzatori del progetto, sono infatti “zone di passaggio per eccellenza dove nascono nuovi incontri, si rubano sguardi, si scambiano quattro chiacchiere e si aspetta insieme”. E come tali devono essere valorizzate. Tra fine febbraio e inizio marzo, quindi, sono state completate otto pensiline di comunità, che si trovano a Spera, Strigno, Ivano Fracena, Villa Agnedo, Borgo Valsugana, Marter e Roncegno. Su ogni pensilina appare una parola diversa, scelta accuratamente dopo un momento di ascolto della popolazione in cui ci si è domandati in particolare che cosa voglia dire essere una “comunità educante”. Alle infrastrutture sono stati associati concetti come espandersi, condividere, attendere, essere, adesso, percepire e pensare. Ma non solo. Il team del Mart che si è occupato di sistemare le pensiline, composto da Carlo Tamanini, Danilo Calegari e Eleonora dell’Alda, ha intervistato le persone che attendevano sotto la pensilina: dalle conversazioni sono nate una serie di parole che verranno presentate ogni lunedì sulla pagina social di “FuoriCentro”. Solo per “attendere”, termine che caratterizza la pensilina di Borgo, ad esempio, si sono trovate connessioni con partenza, possibilità, riscoprirsi, aspettative, emozioni, momento, noia, dono e amore.

La pensilina “Attendere” di Borgo… in fase di allestimento

Settecento le persone coinvolte nell’iniziativa, a cui hanno partecipato in particolare le scuole, i Comuni e la Comunità. Il progetto è stato coordinato dal Centro Servizi Volontariato (Csv), nella persona di Mirella Maturo, dalla Provincia di Trento e dalla Fondazione trentina per il Volontariato Sociale. Hanno collaborato il network Nettare e Uisp Trentino, che si sono occupati rispettivamente del processo di partecipazione della cittadinanza e dell’animazione dei luoghi. Anche Trentino Trasporti ha contribuito. “Le pensiline delle periferie continuano a essere luoghi d’incontro, una rete di socializzazione diffusa in particolare per i giovani, e non solo luoghi d’attesa”, spiega Pamela Peretti, responsabile della progettazione e della manutenzione delle 600 pensiline presenti in provincia.

La pensilina “Adesso”

Sono previsti degli sviluppi per il progetto “Pensi-line”. “Stiamo realizzando un oggetto contenente le otto parole nate grazie al processo partecipativo da consegnare alla comunità”, racconta Mirella Maturo di Csv. In futuro, poi, le installazioni grafiche potranno essere modificate. “Abbiamo scelto di usare plastiche adesive riposizionabili”, spiega Carlo Tamanini del Mart. “Da una parte, l’idea di base è che le comunità nei prossimi anni potranno staccare
e ricomporre le grafiche in modo totalmente diverso: un’opera che continui nel tempo, che non sia statica. Che sia il principio di qualcosa piuttosto che l’esito. Dall’altra, basta poco per staccare una silhouette o una lettera. È dunque un’installazione che rappresenta la delicatezza della convivenza, l’importanza del prendersi cura di un bene comune, di un angolo di comunità”.

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