Ad Arco. “Reinventiamo l’oratorio”

Arco. Arriviamo all’oratorio San Gabriele dell’Addolorata di Arco nel primo pomeriggio di giovedì 18 marzo, in una giornata quasi primaverile. “Solitamente qui ci sarebbe un viavai di bambini e ragazzi per le catechesi e le feste di compleanno”, commenta Franco Righi, presidente dell’associazione Noi Oratorio Arco e Oltresarca. “Vedere la struttura vuota, ora, ci rattrista parecchio”.

Dallo scoppio della pandemia, un anno fa, però, non è sempre stato così: tra aprile e giugno, le stanze dell’oratorio si sono trasformate in un laboratorio di solidarietà sociale. Via del Pomerio 15 ha ospitato le attività di Alto Garda Solidale, e i giovani dell’oratorio hanno sostituito i volontari più anziani della onlus, gestendo al posto loro la consegna dei freschi alle famiglie in difficoltà. “Ci ha colpito molto l’incremento delle persone che chiedono aiuto”, spiega Righi. “Da poco più di venti famiglie, nelle ultime settimane eravamo arrivati a vederne quasi sessanta”.

Un’esperienza nuova e appagante per i giovani. “A me è sembrato un gesto d’aiuto molto semplice – racconta Marco Bortolotti, segretario dell’associazione
Noi – ma per le persone che venivano da noi non lo era. Glielo si poteva leggere negli occhi; oggi l’oratorio ospita anche i volontari della Caritas e il loro punto di distribuzione dei pacchi viveri, attivo ogni due settimane”.

Tornando al 2020, con l’approssimarsi dell’estate, la domanda più gettonata tra gli oratori era: “come organizzare il Grest?”. Le normative sono uscite tardi, ma l’oratorio di Arco non ha demorso e ha organizzato “Un’Estate in oratorio”, che è durata quattro settimane ed ha coinvolto 110 bambini delle elementari.

“Dopo aver cominciato il gruppo estivo, la tensione iniziale è scesa”, spiega Bortolotti, che sottolinea il fondamentale aiuto dei Nuvola, che hanno messo a disposizione una tensostruttura per mangiare all’aperto, e della Croce Rossa – Gruppo Basso Sarca, per il triage. “Anche le nonne hanno svolto un ruolo importante”, spiegano Elisabetta Dallabona e Cinzia Tarter, volontarie del Gruppo mamme. “Insieme abbiamo cucito più di 300 mascherine colorate da regalare ai bambini del Grest. Ci fa piacere vedere che qualcuno di loro le indossa tuttora”.

Mentre gli animatori maggiorenni seguivano i bambini, un gruppo di giovani di terza media e del biennio delle superiori preparava le attività da proporre nei giorni successivi. La cabina di regia di quest’ultima equipe era l’oratorio di Bolognano, gestito dall’associazione Noi Arco e Oltresarca dal febbraio 2019.

L’oratorio San Gabriele dell’Addolorata cerca il più possibile di rendere protagonisti gli adolescenti, una delle categorie che più soffrono per le limitazioni imposte dalla pandemia. “Proponiamo dei cineforum: guardiamo un film tutti assieme, ognuno a casa propria, e poi lo commentiamo”, ci spiega Bortolotti. “Purtroppo, nel passaggio all’online abbiamo ‘perso’ tanti ragazzi. Quando abbiamo giocato a Cluedo, per esempio, eravamo contenti di averne coinvolti una quindicina. Però, se avessimo organizzato una serata in presenza, ce ne sarebbero stati almeno cinquanta”.

È da loro, dai giovani, che l’oratorio potrà ripartire. Come? “Sicuramente reinventando il modo di ‘fare oratorio’ – riflette il presidente Franco Righi – perché quello che è stato sino al 9 marzo 2020 è andato bene fin lì. Per ripensarsi, però, è necessario togliere ai ragazzi l’abitudine di stare in casa e farli tornare ad incontrarsi, a riflettere insieme, a confrontarsi”. Anche e soprattutto, quando il cammino si fa difficile e si presentano delle difficoltà – come quelle vissute dall’oratorio di Arco nel 2018, superate grazie all’aiuto di padre Sirio Zanoni.

“È un luogo educativo – aggiunge don Francesco Scarin, parroco di Arco assieme a don Franco Torresani – dove i ragazzi sono sostenuti e accompagnati. Bisogna prendere coscienza del fatto che questo è uno spazio comunitario, che parrocchia e oratorio sono un tutt’uno. In chiesa si partecipa e si prega, ma non avviene la stessa condivisione che c’è in oratorio, dove si discute e si progetta”.

Tra le tante persone che cercano di disegnare il futuro dell’oratorio, ci sono anche i giovani in servizio civile: Silvia e Malik hanno cominciato il loro percorso a inizio marzo. Molti, come Sabrina Regaiolli e Angelo Lacroix, rimangono in contatto con via del Pomerio 15 anche dopo la fine del loro progetto. “Qui ho conosciuto delle persone meravigliose, ho stretto nuove amicizie e ho fatto mille esperienze”, ci racconta Angelo, figlio dei custodi dell’oratorio di Arco, che vivono nella struttura. “È bello avere una famiglia che abita in oratorio”, conclude il presidente Franco Righi. “Non solo perché controlla il posto, ma anche perché nel tempo si è creato un bel rapporto di amicizia”.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina