Una nave per ResQ: “Carolina” attende il varo

“Questa estate dobbiamo essere in mare. Occorre l’ultimo sforzo, percorrere il miglio conclusivo per iniziare a salvare vite”. Il giornalista di Famiglia Cristiana Luciano Scalettari, presidente di ResQ, durante l’assemblea (via Zoom, sabato scorso) dell’associazione milanese costituitasi a dicembre 2019 con l’obiettivo di acquistare una nave per salvare gli immigrati che attraversano il Mediterraneo, detta la linea e fissa i tempi.

Dopo un anno di ricerche, con tutte le difficoltà del caso vista la pandemia mondiale ancora in corso, sono state “sondate” 25 navi tra Europa, nord Africa e Asia per arrivare alle attuali 3 sotto osservazione sulle quali si stanno svolgendo le perizie per scegliere la più adatta. È questione di pochi mesi perché si arrivi al varo e al via della prima missione. Il porto di partenza potrebbe essere quello di Napoli ma altre città marinare del sud Italia (e non solo) si sono fatte avanti per ospitare “Carolina”, questo il nome scelto, la nave di ResQ.

Lo scorso anno i soci dell’associazione erano 637, nei primi mesi del 2021 se ne sono già riscritti 536 (tra cui anche diversi trentini) ed è quindi ipotizzabile che il numero cresca. In poco più di un anno di attività promozionale sono stati raccolti oltre 425 mila euro frutto di 3500 donazioni. Quando, nell’ottobre scorso, ResQ si presentò anche a Trento, tappa di un tour che ha toccato diverse località italiane, Claudio Bassetti, presidente del Cnca regionale (Coordinamento nazionale comunità d’accoglienza) staccò un assegno da 900 euro. A livello nazionale, un consistente contributo è stato annunciato da parte dell’Unione buddhista italiana.

Per acquistare e allestire una nave lunga una quarantina di metri servono 600 mila euro. Si stima che per un anno di soccorsi, in missioni di quindici giorni ognuna, il costo complessivo salga a 2 milioni e mezzo di euro. L’equipaggio previsto è composto da 10 persone più altre 9 tra medici, infermieri, soccorritori, mediatori, giornalisti e fotografi.

Durante l’assemblea (sono stati approvati il bilancio e alcune modifiche statutarie) è intervenuto anche l’ex magistrato Gherardo Colombo, presidente onorario di ResQ. “Nessuno deve annegare in mare – ha detto –. Noi, come associazione, non dovremmo essere necessari, a salvare i migranti dovrebbero pensarci le istituzioni italiane in attuazione della nostra Costituzione. Svolgeremo una funzione di supplenza perché la vita delle persone non è negoziabile e perché si va avanti solo se non si esclude. Se no buttiamo via anche noi stessi”. Pandemia permettendo, tra giugno e settembre ResQ sarà in giro per l’Italia con “aria di mare”, un cartellone ricco di iniziative ed eventi per dare impulso al progetto. “Carolina” attende il varo. Nei primi tre mesi di quest’anno nel Mediterraneo centrale sono stati soccorsi dalle poche navi delle ong presenti o sono arrivati autonomamente sulle coste italiane 1.508 migranti. Ben 4.150 sono stati “pescati” in mezzo al mare e riportati nei lager libici dalla Guardia costiera del Paese nordafricano sostenuto dall’Italia. Almeno 79 i morti in mare e 159 i dispersi.

Per ulteriori informazioni, il sito di riferimento di ResQ è: resq.it.

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