Lo scultore Florian Grott ha aperto un laboratorio a Rovereto

Tutto il paese presente all’installazione dell’opera di Florian Grott. Foto © Gianni Zotta

Qualche anno fa fece scalpore mettendosi d’accordo con l’amministrazione comunale e posizionando una grande scultura in legno, raffigurante un guerriero, in mezzo alla rotonda nord di Besenello. Per manifestare la propria contrarietà alla Valdastico, il progetto stradale che proprio lì sarebbe dovuta sbucare.

Ora, lo scultore Florian Grott (che ha seguito le orme del padre Cirillo, scomparso nel 1990) ha aperto un laboratorio, che il pubblico può visitare, a Rovereto, in piazza Podestà, al civico numero 14. Una fucina ma anche un luogo per esporre le sue opere e diversi bozzetti ma pure un paio del padre, “apprezzato scultore figurativo”, scrive il critico Maurizio Scudiero nell’”Arte Trentina del XX secolo” (edizioni Uct).

Florian Grott davanti al suo Guerriero. Foto © Gianni Zotta

A proposito del figlio Florian, il curatore Claudio Mattè sottolinea che “le sue opere, in legno e bronzo, sono espressione accomodante e gentile del suo fermento interiore, in forme sinuose e arrotondate. Nell’atelier, durante questo periodo difficile, Florian Grott espone ormai da artista maturo raccontando la sua vita artistica e contribuendo a dare alla città un ulteriore punto d’incontro”.

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