Storie d’impresa e di futuro, nasce “Hub tivì Val di Cembra”

La mappa di Hub tivì Val di Cembra: dieci tappe, dieci storie d’impresa e di futuro

Qual è il legame tra le storie di dieci giovani imprenditori della Val di Cembra e l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, che pone le basi per un presente e un futuro più rispettosi nei confronti del nostro pianeta e di chi lo abita?

Segue questo filo il progetto “Hub tivì Val di Cembra”, realizzato dall’associazione Puntodoc all’interno del Piano Giovani di Zona della Val di Cembra, in collaborazione con la Comunità di Valle e la Provincia di Trento. Il risultato è una mappa pubblicata sul sito del progetto, attivo da qualche giorno: un percorso suddiviso in dieci tappe che corrispondono ad altrettante interviste a giovani imprenditori della zona. A condurle, tra ottobre e dicembre dell’anno scorso, sono stati l’esperto di processi partecipativi Tommaso Pasquini, la regista Cecilia Bozza Wolf e Alex Zancanella di “Vergotfilms”.

“Il progetto ha lanciato una call di ricerca dedicata ai giovani, grazie ai quali abbiamo raccolto queste prime storie”, racconta Paola Pedergnana, presidente dell’associazione Puntodoc. Gli intervistati sono Stefano Simoni, Mattia Nardin, Ilaria Baldo, Giulia e Martina Laurettici, Maurizio Simoni, Luca Moser e Federico Ferretti, Giovanni Piffer, Moreno Nardin, Valeria Beatrici e Giulia Serafin, Consuelo e Dario Facchinelli. Le loro imprese sono state scelte, come spiega Tommaso Pasquini, non tanto perché particolarmente innovative dal punto di vista tecnologico, “ma perché dimostrano di avere un’idea nuova dell’imprenditoria in valle”.

Il progetto di Puntodoc parte infatti dall’idea che, della sostenibilità, si debbano raccontare tutte le sue dimensioni: ambientale, sociale, economica e culturale. Infatti, quando si parla di sostenibilità, spesso si visualizza solo l’aspetto ambientale. “È chiaro che, attraverso questa lente d’ingrandimento, assume molta importanza anche un piccolo bar che viene riaperto a Faver da due ragazze, Giulia Serafin e Valeria Beatrici”, spiega Pasquini. “La loro attività, infatti, risponde alle esigenze dell’obiettivo numero 11 dell’Agenda 2030, ‘Costruire città e comunità sostenibili’, in cui è citata anche la qualità della cittadinanza attiva. Ma ci sono anche le storie di Ilaria Baldo, che alleva alpaca, e di Moreno Nardin, che produce vino”.

Ciò che emerge dalle dieci interviste è che una visione nuova della valle esiste già. “Puntodoc ha voluto valorizzare queste storie”, racconta Pasquini. “Ci siamo convinti che da qui ripartirà un nuovo modo di vedere la Val di Cembra: accanto a notizie negative, che ci sono e che devono essere riportate, esistono anche esperienze positive, che vanno ugualmente raccontate”.

Tra i giovani intervistati ci sono due imprenditori culturali, il musicista Mattia Nardin e il pittore Maurizio Simoni. “È essenziale ricordare anche questo mondo – dice Pasquini – per guardare la valle con occhi diversi dal solito: anche con la cultura si può mangiare e si può fare impresa”.

In futuro, la mappa di “Hub tivì Val di Cembra” verrà ampliata con nuove storie. Questo è solo il primo progetto realizzato all’interno della piattaforma “valdicembra2030”, uno spazio pronto ad accogliere anche altri contributi legati all’Agenda 2030.

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