“Vivila in 3D”, la sostenibilità raccontata dai giovani in Scup

Sono tre le azioni previste per la campagna “Vivila in 3D”: lettura delle etichette, riuso e produzione sostenibile.

Possiamo “essere sostenibili” e, soprattutto, cosa s’intende con la parola “sostenibilità”? Lo racconta la campagna di sensibilizzazione “Vivila in 3D – Alla scoperta della sostenibilità”, ideata da un gruppo di tredici giovani in servizio civile provinciale (Scup), che affronta proprio le tre dimensioni della sostenibilità: ambientale, economica e sociale.

Secondo la Treccani, la sostenibilità è la “condizione di uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri”. Da qui la necessità di immaginare un futuro diverso, più rispettoso dei limiti che l’ambiente ci pone, e in cui economia e società dovranno essere ripensate.

“Vivila in 3D” è stata lanciata a inizio aprile, ma i lavori per imbastire la campagna sono cominciati in autunno dell’anno scorso. Non è la prima azione congiunta progettata da un gruppo di giovani in servizio civile: nel 2019 era stata promossa la campagna #Coglila, che sensibilizzava la popolazione trentina sull’importanza della cooperazione internazionale, paragonata visivamente a un’altra eccellenza del nostro territorio, la mela.

“Spesso le persone percepiscono la sostenibilità come qualcosa di distante dalle loro vite”, commenta Marika Sottile, in servizio civile al Consorzio Associazioni con il Mozambico, tra le realtà promotrici della campagna. Per avvicinare la popolazione alla sostenibilità, “Vivila in 3D” è stata suddivisa in tre macrotemi, tre azioni che renderanno questa parola più concreta e che saranno portate avanti sino a fine luglio: lettura delle etichette, riuso e produzione sostenibile.

L’approccio adottato è think global, act local (“pensa globale, agisci locale”). Con la prima azione, dedicata alla lettura delle etichette, ci si propone di sensibilizzare i consumatori sulla filiera produttiva e sull’origine di beni e servizi che consumiamo quotidianamente. Parlare della nascita di un prodotto in un mondo sempre più globalizzato significa “visitare” Paesi lontani, in cui operano alcune delle organizzazioni di cooperazione internazionale coinvolte nella campagna, ed entrare a contatto anche con storie di sfruttamento di risorse, territori e persone.

Le altre due azioni, riuso e produzione sostenibile, si propongono invece di tornare alla dimensione locale e offrire degli esempi positivi di realtà che operano quotidianamente in Trentino nella filiera dell’economia solidale. “Vorremmo farle conoscere ai consumatori, valorizzando i legami comunitari”, spiega Marika.

I tredici giovani coinvolti nel progetto svolgono il loro anno di Scup presso il Consorzio Associazioni per il Mozambico, il Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani, il Centro per la Cooperazione Internazionale, Associazione Mazingira, Docenti Senza Frontiere e Vita Trentina. Prima di arrivare alla fase operativa di “Vivila in 3D”, il gruppo ha seguito degli incontri di formazione organizzati da Fa’ La Cosa Giusta all’interno del progetto “Km0 – Giovani volontari per fare la cosa giusta”.

 

I social. La campagna di sensibilizzazione “Vivila in 3D” è attiva su Facebook e su Instagram. Gli articoli saranno pubblicati sul blog vivilain3d.wordpress.com, e saranno diffusi anche grazie al supporto di Fa’ La Cosa Giusta e dell’Ufficio Servizio Civile della Provincia di Trento.

Il logo. Il logo della campagna – tre quadrati nei colori di alcuni obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU – è stato ideato grazie all’aiuto del nostro vignettista Giorgio Romagnoni.

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